L'ipocondria con ironia (che fa pure rima)


Era una notte buia e persino un po' tempestosa.
Una di quelle notti in cui, per non pensare alle grane su cui mi sono soffermata durante tutta la giornata, inizio a catalogare (in ordine di gravità diagnostica) i sintomi suggeriti dal corpo.
Mi sono soffermata sul dolore al braccio sinistro esordito durante l'estate e mai sottoposto a verifica medica, perché, se ben ricordate, ospedali, farmaci e dottori sono al top della classifica delle mie fobie: esiste una forma di masochismo più crudele per un'ipocondriaca? Rispondo io... no!

Comunque, mentre ero lì a decidere se il dolore all'arto di cui sopra fosse imputabile all'infarto più lungo della storia o a un tumore al polmone (con metastasi girovaganti con mete eterogenee), ho acceso una sigaretta (tanto per abbreviare i tempi di sofferenza) e anche il computer. E lì mi si è aperto un mondo.

Non ho cercato una diagnosi su Google, io ne so più di qualunque medico online e anche offline, ma mi sono imbattuta in una pagina Facebook che mi fa impazzire... per quanto anche su quel fronte il più è fatto.
Diario di un ipocondriaco è un ritrovo virtuale per ipocondriaci che "soffrono" insieme in allegria (per arrivarci con il minimo sforzo, potete cliccare QUI). 
E ci si diverte sul serio con discussioni sui sintomi e narrazioni umoristiche di sabati sera trascorsi al pronto soccorso, dove ovviamente i medici sarebbero tentati di abbattere a colpi di padella l'ipocondriaco di turno, così da alleviarne la sofferenza e, al contempo, liberare una barella.




Vignette, foto, articoli: è come leggere un romanzo umoristico che un po' racconta anche di te. E tu, con i tuoi sintomi e relative diagnosi inappellabili, ti senti meno idiota e più divertente; perché una battuta tira l'altra, in attesa della fine che avverti sempre più vicina per via di quel dolore al braccio (che te lo meriti, visto che continui a fumare come una ciminiera e non fai una lastra al polmone e non vai dal medico e preferisci pensare al cancro piuttosto che affrontare seriamente le tue grane).

Poi, dal momento che a quel punto il sonno mi è passato del tutto, sono andata a vedere il sito di questi ragazzi (da quanto ne so potrebbero avere dai 18 ai 72 anni, ma hanno uno stile talmente fresco che mi viene da inserirli nella fascia d'età compatibile con dei miei ipotetici figli... che, data l'anamnesi materna, qualche problemuccio di testa ce l'avrebbero, assieme a una certa propensione per l'autoironia).
Il sito è allegro, graficamente professionale, c'è anche lo Store; e chi riesce a rendere produttivo il proprio malessere ha sempre la mia stima... Woody Allen, per citarne uno.

Gli autori dei testi sono presentati da note biografiche che elencano le loro patologie, le quali restano immaginarie in attesa di accertamenti clinici. Che spettacolo!
Ecco come descrivono la mission della loro community: 
"Diario di un ipocondriaco ospita le esternazioni degli autori e le testimonianze dei lettori. L’ipocondria è un fenomeno spesso sottovalutato, sminuito o addirittura tacciato di tendenza, con ipocondriaci declassati dalle opinioni comuni a semplici aderenti a una nuova corrente di pensiero e di stato d’animo. Non è esatto. Siamo qui per dimostrare il contrario, e nel nostro intento cerchiamo di intrattenere il nostro pubblico con informazioni, racconti e comicità offerta nella nostra chiave di lettura, perché nessuno si senta più solo".

Per arrivare direttamente al sito, perché qui mi sa che siamo tutti anche parecchio pigri, cliccate su Diario di un ipocondriaco (in blu o viola, a seconda del vostro grado di daltonismo).


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