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Visualizzazione dei post da settembre, 2020

Sognare rinoceronti

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  Da piccola parlavo raramente, perdevo spesso una scarpa e, quando potevo, camminavo fissando uno specchietto che tenevo rivolto verso l'alto.  Non mi piaceva giocare con gli altri bambini e gli adulti m'incuriosivano, ma preferivo osservarli da un certa distanza. Il mio passatempo preferito era guardare le immagini dell'enciclopedia medica; tuttavia quei volumi risultavano troppo pesanti da trasportare, quindi li sfogliavo sul pavimento. Pare fossi poco incline alla gioia o alla tristezza, ma non lo ricordo. Ricordo che l'unica richiesta che formulavo con petulante insistenza era d'essere portata allo zoo. Sospetto d'avere imparato precocemente che apparire strani destabilizza e che le persone destabilizzate cedono rapidamente ai tuoi desideri... per pietà o per paura, non so. Così ero spesso allo zoo, dove le iene m'incutevano terrore e la pantera mi faceva pena perché non smetteva di andare avanti e indietro in una gabbia troppo piccola e buia per un ani

Paura della felicità

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Ma perché mai si dovrebbe aver paura d'essere felici? Volete la versione lunga o quella ridotta?  Lo so che vi pare un'assurdità, perché a spaventarci è il dolore, ciò che ci rende infelici... Fermiamoci un attimo a riflettere su quest'ultima frase: è corretta e inopinabile, ma è incompleta (infatti ci ho infilato i puntini di sospensione). Come sempre, parlo per me stessa, se qualcuno si accoda mi sentirò meno sola, tuttavia sono ben lontana dal conoscere i segreti universali della gioia o del tormento, anche se su quest'ultimo mi pare d'essere abbastanza preparata. Vi è mai capitato di sentire salire l'ansia (o addirittura entrare in panico) quando qualcosa che attendevate da tempo finalmente è arrivato? O di abbarbicarvi, come koala sull'eucalipto, a felicità passate impedendovi di proseguire nel cammino di ricerca? Perché la felicità va anche cercata, raramente arriva con i suoi piedini (comunque esistono le botte di culo, non ci piove). La paura del dol

La solitudine del fumatore

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 Si puzza: è un fatto inconfutabile. Anche dopo la doccia, l'odore non se ne va... perché è gradevolissimo fumare in accappatoio (o nudi, dipende dalle abitudini individuali post abluzioni). Puzza anche la casa: tende, tessuti di ogni genere e foggia, pareti, vetri, libri; i libri sono il mio cruccio, a causa di quella patina giallognola che a lungo andare supera la barriera della copertina per invadere le pagine. Tuttavia, c'è un dato a mio parere significativo: questa è casa mia! Rispetto la salute degli altri, ho velleità salutistiche persino io (tipo una dieta prevalentemente a base di verdure, carboidrati e latticini disapprovata anche dalla comunità scientifica), cerco di non fumare in presenza di chi non ha questo vizio, ma essendo appunto un vizio, non posso resistere troppo a lungo senza sbroccare. Posso spostarmi in un'altra stanza, accontentarmi dell'angolo della vasca da bagno, non c'è bisogno di buttarmi fuori. E' casa mia! Non obbligo nessuno a fre

Panico e questioni irrisolte

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       Non so se capita anche a voi, a me accade di avere periodi che, se fossi credente, definirei "benedetti dal Signore": sembra d'essere usciti dal tormento del panico, dell'agorafobia, nulla fa paura (o comunque è una paura che si riesce a gestire con una tale facilità che viene quasi l'impulso di deriderla, spernacchiarla, bullizzarla). Ci si sente potenti, sale l'impulso di acquistare un tropo e indossare una corona perché si ha il pieno controllo delle proprie emozioni, si diventa potenti e ci si spinge sempre più in là nella conquista di nuovi territori. Ottima sensazione che, a dire il vero può portare ad affrontare cose, persone, situazioni che un po' di buonsenso eviterebbero. Ma no, si supera il confine, si sperimentano le abilità di un nuovo potere. E si cade nell'equivoco che finalmente tutto sia passato, così, puff, per magia o come premio per un'indomita volontà o dedizione alla causa della guarigione. Il guaio è che, nel momento p

10 pensieri da TAC

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     Questo decalogo di pensieri positivi (beh, insomma, per quanto mi sforzi il mio talento raggiunge i massimi livelli nelle ideazioni catastrofiche) è stato stilato a vostro uso e consumo; nasce da recente esperienza in ambiente di Tomografia Assiale Computerizzata, tuttavia può tornare utile per indagini diagnostiche di vario tipo. A mio immodesto parere, l'ideale è la Risonanza Magnetica: giusta durata che si avvicina al concetto, seppur astratto, di eternità; un frastuono che se non riesci a concentrarti su altro rischi di intonare " Deutschland über alles" con frequenze d'acciaio, rendendo vana l'operazione di privazione di orecchini, bracciali e ninnoli vari. Ultima indicazione: sospetto che non funzioni in caso di colonscopia e gastroscopia, ossia laddove l'attività cerebrale è totalmente impegnata a elaborare il sadico sterminio dell'intero personale ospedaliero. Ecco a voi i miei pensieri da TAC, in ordine di apparizione (con i sottotitoli origi