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Visualizzazione dei post da febbraio, 2018

Anche noi abbiamo avuto una vita normale

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Ho iniziato a farci caso un giorno, così, per caso. Mi era già accaduto in passato che qualcuno si stupisse per qualche fatto, a mio parere del tutto banale, raccontato durante una normalissima conversazione (banale anche quella). Ma poi gli indizi si sommano e ne nasce un caso. All'inizio ho pensato che la gente, anche quella che frequento con maggiore soddisfazione, mi ritenesse stupida o comunque non adeguatamente sveglia. Un deficit di comprendonio, insomma. E invece. Ma vi racconto alcuni episodi che vi possono chiarire il panorama. Parto dall'ultimo, quello che ha acceso la lucetta (un po' smorta, 20 watt al massimo) nella mia mente. Parlando con un'amica a cui mi sono parecchio legata di recente, e che quindi mi conosce da poco (e qui abbiamo un indizio importante), ho detto che tra i miei viaggi a Roma ricordo con particolare tenerezza  quello per l'esame di stato (ci va la maiuscola, ma fa fatica digitarla). Stupore. - Ma hai dato

Sulle dipendenze

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foto mia In previsione della nevicata, ieri ho fatto scorta di Xanax. Tre scatole di quello "regolare" e una "a rilascio prolungato" che temo resterà lì nel cassetto fino a quando sopraggiungerà la scadenza (non l'ho mai provato, ma mi suggerisce una certa diffidenza: preferisco il tutto subito).  Tuttavia ho dimenticato di comprare le sigarette. Da questo dato evinco alcune cose: 1. Il farmaco crea più dipendenza della nicotina. 2. Comunque ho parecchie dipendenze per poter continuare a credermi una persona indipendente. 3. Prevedo sempre più ansia di quella che effettivamente avrò. 4. Se non mi decido a inoltrarmi nella bufera, tra qualche ora mi fumerò lo Xanax (temo che userò il foglietto illustrativo come cartina). 5. Ora devo prendere un ansiolitico in previsione di uscire per comprare le sigarette. 6. Sto qui a scrivere per prendere (o perdere) tempo, il che significa che nel profondo (ma anche un po' in superficie) oggi non

Cosa mi perdo a stare in casa

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Non sai cosa ti perdi a non uscire... il contatto umano, conoscere gente nuova, stimolante, interessante, tante -ante. E sai cosa mi perdo? In questo momento sono in una sala d'attesa con una ventina di persone.   Un concerto continuo di suonerie, uno strazio per le orecchie e per il sistema nervoso. Tra l'altro mi piacerebbe capire perché i volumi sono così alti. Negli anni da me trascorsi in casa sono forse diventati tutti sordi? In effetti quando rispondono (non prima dell'ultimo movimento di una sinfonia) urlano.  Lo so cosa pensate: se per uscire intendi infilarti nella sala d'attesa di un medico, cosa pretendi? Pretendo niente. Tuttavia ricordo i bei tempi, quando tra sconosciuti in sala d'attesa si scambiavano impressioni sui rispettivi dolori, si perorava la causa dell'anca artificiale in titanio, si faceva a gara per vincere la medaglia d'oro della peggiore sciagura sintomatica. Era tutto un rassegnato scuotimento di teste e si cr

L'uomo dei sogni dell'ipocondriaca

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Come accaduto a un gran numero di donne nell'età della sragione , anche io ho coltivato discrete passioni per uomini tormentati, inafferrabili, contorti... insomma quei ragazzotti che si aggirano con l'umore da Heathcliff di Cime tempestose (romanzo di cui, peraltro, ignorano l'esistenza), in aggiunta a tratti fisici del Dracula di Bram Stoker (questo lo conoscono, ma solo per via del film). Insomma, i "cattivi ragazzi" che bene o male sono un must dell'età adolescenziale (quella della sragione , appunto). Poi si cresce e si matura. La prima fase mi è riuscita naturale, sulla seconda ci sto lavorando. Comunque, l'uomo ideale ha cambiato connotati, pur restando parecchio pallido, cereo, aria malaticcia. Essendo un po' difficile trovare il Bogart di Casablanca - che tuttavia, se vogliamo dirla tutta, alla fine pianta la Bergman in aeroporto con una scusa che nella vita reale meriterebbe un ceffone - si opta per l'uomo responsabile, con l

Il look depresso

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In questo periodo non presto molta attenzione al look.   E la prima frase c'è; il più è fatto. Purtroppo temo di aver scritto un'enorme falsità, a meno che per "periodo" non s'intenda uno spazio di tempo tendente all'infinito, ma ho conosciuto, e a tratti frequento ancora, dei momenti benevoli alla presa in carico di una sobria eleganza. Come chiunque sa, l'umore tendente a bassa pressione non indossa il tailleur. Già solo infilarsi un paio di collant genera stanchezza fisica e mentale. Aggiungerei che l'agorafobia non ti fa mai sapere con preavviso adeguato quando e come potrai uscire. Il più delle volte spara la pistolettata da starter quando ancora sei in pigiama e, onde evitare di ritrovarsi squalificati prima della partenza, si esce curandosi solo d'infilare le scarpe. E così accade che u na conoscente, incontrata al supermercato, mi dica "ho un pigiama uguale ai tuoi pantaloni". "Evidentemente abbiamo lo s

Non per lamentarmi, ma...

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Uno dei buoni propositi per il nuovo anno di cui andavo più fiera era quello di non angosciare più le persone a cui voglio bene con i miei guai personali.  Risultato: non chiamo nessuno né rispondo al telefono, non scrivo messaggi se non con laconici saluti, ignoro il campanello (perchè anche al postino gli si vuole un po' bene), per strada indosso una specie di passamontagna e occhiali scuri (sono già caduta da un marciapiede, che sembra basso ma fa male lo stesso).  Insomma, non mi lagno ma sembro un tantino stronza. Così, lontana da tentazioni, non sfogo quella punta di depressione che mi attanaglia e il tutto si ritorce sul corpo. Lui si fa sentire: sfila per il tragitto dall'alluce ai capelli con banda (rumorosa e aritmica), majorettes e sbandieratori. Quindi, capita che m i chino, infilo una spalla sotto il divano per raccattare un gomitolo finito lì sotto chissà come. D'improvviso l'ernia del disco inizia a tamburellare sul nervo sciatico... io teng

Lettera di Elisa alla fibromialgia

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Questa volta parliamo di qualcosa di serio, quindi non di me. Giusto oggi leggevo che Lady Gaga ha annullato il suo tour europeo a causa dei forti dolori provocati dalla fibromialgia. I suoi fans sono affranti; a me dispiace anche se, in tutta onestà, la sua produzione musicale non è nei miei pensieri. Da qualche tempo, tuttavia, sto cercando di comprendere qualcosa di tale patologia. Mi pare che anche la scienza non riesca a capirci un granché, quindi siamo in due. Il testo che mi ha illuminata di più sul problema è una lettera che pochi giorni fa la mia amica Elisa Livoni (che ringrazio di cuore) ha pubblicato sul suo profilo Facebook. La voglio condividere con voi per tre motivi: non è lamentosa; forse qualcuno può trovarci la propria situazione (e può essere assai consolante sentirsi meno soli nella battaglia contro una malattia); è, a mio parere, una lettera bellissima. Buona lettura. "Ok, io e te dobbiamo convivere.  Non ho ancora capito se io devo acce

Cattive notizie da Oslo

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Oslo. Temperatura stabile: vuol dire che non la so, sono troppo pigra per spiare meteo.it e fare la figura di quella che in Norvegia ci è andata sul serio. Alto tasso di umidità (mi perde un rubinetto in bagno).  Il cielo è nuvoloso, la gente è variabile, tendente al bello ma non serena.  Il viaggio da Stoccolma non è stato facile: prima ho perso l'aereo ma non il bagaglio, poi... viceversa. E un viaggio senza bagaglio non è più un viaggio, al massimo diventa una passeggiata. Pessime notizie s ul fronte Nobel per la Pace: hanno appurato che non possiedo testate (nemmeno giornalistiche), tuttavia ho una testa che secondo la commissione d'esame (che ci sarà... suppongo. Per vincere il Nobel devi passare un esame? Ti fanno delle domande tipo concorso di bellezza o roba più raffinata? Io ho giocato parecchio a Trivial Pursuit... parentesi troppo lunga); dicevamo che la mia testa pare non rispondere ai requisiti elementari richiesti dalla commissione, peraltro i