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Visualizzazione dei post da novembre, 2020

Mignoli e agorafobia

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Non fatelo a casa! Tempo fa mi sono fratturata un dito. Ho sentito un crac, ho dato di stomaco, e in un amen il mignolo della mano destra è diventato buono per farci un hot dog. Che fare? Erano tempi non sospetti, il Covid era fuori dai radar (non è vero, i ricercatori lo conoscevano da anni, ma nessuno li stava a sentire, come parlassero di UFO)... comunque, come ogni persona normale farebbe, la soluzione più sensata del problema era rivolgersi a gente competente in materia, ossia recarmi al pronto soccorso. Persone normali! Eh, qui si presenta l'ostacolo. Mentre gli altri uscivano, percorrevano a lunghe falcate ogni direzione del mondo esterno con persino un po' di indolenza e la noia di chi sa di poterlo fare come e quando gli pare (bizzarra la vita, vero? Mai avere certezze, ne ho fatto una regola), io mi godevo il tepore di casa. Un tepore da estate a Torino, ultimo piano, tetto non coibentato. E' che non uscivo. Punto. E' che solo l'idea di mettere un piede fu

In crisi d'astinenza

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 Un problemuccio di salute, che rende l'entusiastica vitalità di un organo interno incompatibile con l'assunzione di farmaci, mi sta sottoponendo alla tortura dell'allontamento dallo Xanax. E' la quinta o sesta volta che di provo. Non ci sto rinunciando completamente, altrimenti non sarei qui a scrivere, non fosse altro che risulta complesso dedicarsi a qualsiasi attività mentre si batte la testa contro il muro; semplicemente sto tentando di ridurre (dimezzare) il consumo quotidiano. Ora, sapete che quanto sia affezionata a quella pastiglietta rosa (o bianca, dipende dalla confezione capitata in sorte): un amore non facile, nato con pessime premesse perché tendo a rifiutare i farmaci. Persino gli analgesici non sono praticamente mai entrati in casa mia, preferisco sopportare il dolore piuttosto che ingollare roba chimica. Inoltre, ho sempre pensato d'essere un soggetto predisposto alle dipendenze di vario genere, pur detestando le dipendenze (uno dei miei tanti cont

Una lettera aperta

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"La verità è raramente pura e mai semplice"  Oscar Wilde Oggi volevo scrivere di tutt'altro, ma da qualche tempo fatico a trattenere gli impulsi del momento; dev'essere un effetto dello stress da 2020; tuttavia, tutto sommato, non me ne lamento. Il fatto è che ho appena finito di leggere il messaggio di Angelo, un "amico" virtuale che bazzica queste pagine da quando ho aperto il blog e spesso mi scrive le sue argute impressioni e osservazioni, quindi mi è particolarmente caro. Nel suo messaggio di qualche giorno fa (purtroppo leggo la posta del blog solo di domenica, quando ho un po' più tempo per soffermarmi su quanto mi raccontate e per rispondervi evitando insignificanti monosillabi), mi scrive che con il passare del tempo ha compreso quanto io abbia completamente aperto le porte della mia vita a degli sconosciuti, ed invidia la fiducia che ripongo in chi mi legge. Ho avvertito, in prima battuta, un po' di stupore e, immediatamente dopo, l'esi

Piccola storia con brutte foto

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E' stata una concomitanza di eventi, sommata all'improvvisa consapevolezza di avere accantonato le mie esigenze per il bene comune e la sensazione urticante che il comune non si meriti il mio bene. Ieri, nel giorno in cui di solito festeggio l'inizio di un nuovo anno, qualcosa mi ha turbata; quando sono turbata ho bisogno di riflettere; per riflettere come si deve ho necessità di camminare e i 50 mq di casa non mi bastano; fuori riesco a percorrere tragitti dignitosi e senza panico solo di notte. E c'era la nebbia e un silenzio meraviglioso e una luna piena che dalla finestra mi diceva "Come on" (perché la luna parla inglese, quando è costretta a dire qualcosa). Indossati gli abiti notturni, né carne né pesce, già testati con risultati soddisfacenti, cioè si fa fatica a capire se sotto quella roba ci sia una donna o un uomo segaligno (e la mascherina è, ahimè, un accessorio fondamentale), sono uscita con il mio zaino extralarge con dentro tutto ciò che può tor