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Visualizzazione dei post da luglio, 2019

Alla ricerca della Mole perduta

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Dov'è la Mole?      Come già detto in precedenza, ho seri problemi di orientamento spazio-temporale-emozionale anche in zone che conosco - tipo sotto casa - e mi faccio prendere da attacchi d'ansia quando mi trovo in posti che suppongo di non aver mai frequentato. L'ansia acuisce lo stordimento e in un amen mi sento irrimediabilmente persa. Poi sale il panico... è un iter che conosciamo bene, inutile perderci tempo. Quando mi perdo cerco la Mole. Anche di questo vi avevo già parlato nel pezzo Stephen King, fobie e la libreria che non ritroverò più (che potete trovare QUI , il pezzo, non la libreria, quella effettivamente è sparita). E arrivo al punto, concedetemi solo un'altra brevissima digressione che, come vedrete, ha un suo perché: da qualche tempo, chi mi viene a trovare dimentica sempre qualcosa in casa mia.  Inizialmente vi leggevo un intrinseco significato psicologico: vogliono tornare, mi dicevo. In seguito, anche in virtù dell'allarmante frequ

La complessa percezione della depressione

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        I n questo momento, una tizia nel palazzo qui di fronte, sta cantando a tutto volume "Insieme a te non ci sto più" e altre belle canzoni di Caterina Caselli in una maniera che mi viene voglia di strapparmi le orecchie e buttarle nel wc. Apprezzo il coraggio, sempre; ma sarebbe cosa buona e giusta dotarlo di un briciolo d'autocritica e di rispetto per il mondo circostante. In attesa che alla dirimpettaia scoppino le tonsille, mi concedo una piccola riflessione sul mio attuale stato mentale. Ultimamente mi analizzo più del solito. Non è per masochismo, o almeno non solo, quanto per la saggia decisione di dare ascolto anche alle persone che tengono a me. Mi arrivano, persino per interposta persona (perché gli amici preoccupati parlano tra loro, poi scelgono quello adatto ad affrontarti... non so se con il metodo dello stecchino più corto), pareri discordanti sulla mia presunta nuova caduta in depressione. C'è chi dice che ancora non ci sono arrivata

sigarette, antidepressivi, pet therapy e gatti sul tetto

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Sparisco che è un piacere. In confronto, il mago Copperfield non vale una cicca. A proposito di cicche, qualcuno di voi ha smesso di fumare mentre io latitavo? Ci sto pensando seriamente a smettere, e dal momento che la concentrazione richiede nicotina, sto fumando come un manovale ceceno. Dunque, cosa dirvi? Il panico è tornato, ma per lo più lo ignoro limitandomi a pensare di avere un infarto in corso. Di negativo c'è che con la depressione la sofferenza miocardica funziona per niente, anzi se la gode parecchio per via di quella sua vaga propensione ad abbreviare i tempi di permanenza in questa valle di lacrime (che non ci sono nemmeno quelle perché qui scarseggia tutto). So, perché me l'ha detto la psicoterapeuta, il medico di base, un monaco buddhista e la cassiera del supermercato, che dovrei consegnarmi volontariamente, e senza opporre resistenza, agli antidepressivi; non mi va, m'intristiscono, non hanno nomi palindromi, li odio parecchio, non ho fede in

Oggi vi parlerò di Vincenzina

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Nuovo ospite della struttura di sollievo che sarebbe casa mia Ho paura che oggi vi parlerò di Vincenzina. Vi tocca anche questa. Lo faccio perché è domenica, ossia il giorno in cui andavo a pranzare con mia madre nella struttura temporanea o di sollievo (chissà a chi o cosa è riferito il sollievo) in cui era ospitata. Lì ho avuto modo di conoscere personaggi interessanti, ognuno struggente a modo suo, perlopiù mancanti di visitatori e di voglia di vivere. Vincenzina aveva il musetto che ricordava vagamente una cavia peruviana ma con occhi vivaci e, direi, terrorizzati da qualcosa (avrei pagato per sapere cosa). Capelli grigi tagliati presumibilmente da un toelettatore per cani, bocca perennemente aperta come fosse la musa ispiratrice di Munch. Indossava sempre un grande bavaglino, tipo neonato extralarge, perché sbavava parecchio (come io quando dormo... e ora voglio vedere se qualcuno ha ancora il coraggio di inviarmi quei messaggi che sono un mix tra il cort

L'outfit del depresso

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Da decenni ho una convinzione: un giorno la depressione farà tendenza. E guardate che non tocca andare molto lontano; già ora, in alcuni ambienti, lo sguardo vacuo, il volto tra l'inespressivo e l'annoiato e la postura da armadillo, vanno alla grande. Pensiamo agli pseudo-artisti che sentono l'obbligo morale di mostrarsi tormentati fin nel midollo da chissà quali strazianti esperienze e tediare il loro pubblico con piagnistei, più o meno farciti di veemente disgusto per tutto ciò che li circonda (salvo poi circondarsi costantemente da una pletora di "gente che conta", che di norma genererebbe disgusto anche all'essere meno incline alla nausea). Ma io sto parlando dei depressi d.o.c., non dei "fintoni" convinti che essere sull'orlo del suicidio possa colmane l'assenza di talento. Parlo di alcuni di noi, che perlopiù si circondano di disordine casalingo e pensieri tetri, che trascorrerebbero volentieri la vita a letto, salvo poi fati