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Visualizzazione dei post da aprile, 2021

Fuga dal virtuale

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  Un’illuminazione. Anche io ho avuto la mia modesta, seppur potente, illuminazione. Stavo seguendo due videoconferenze e, pur essendo ormai discretamente abile nella pratica del multitasking (tipo vestirmi mentre fumo o fare un’intervista mentre sono impegnata a scegliere la verdura al mercato), non sono riuscita a cogliere alcunché di entrambe. Mi sono accorta d’essere distratta da un pensiero molesto, una sorta di film mentale che mi proponeva fotogrammi assai demoralizzanti di ciò che sta diventando la mia vita. E tra un'immagine e l'altra, fantasticavo... Oh, se l'ho fatto! Ormai, da tempo, lavoro anche nei fine settimana; nel tempo libero scrivo, e quando mi guardo un filmetto (con copertina sulle ginocchia e tisana, come si confà a una signora della mia età) tengo accanto il telefonino. Telefonino che non mi abbandona nemmeno la notte, benché sia refrattaria a tenere dispositivi elettronici dove dormo. Sta accanto al piatto mentre mangio e in tasca dell’accap

Amore?

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Da qualche mattina, si ripete la stessa scena: arriva un piccione sul davanzale, attende la gatta, quindi inizia a tubare e a girare in tondo come un derviscio. Va avanti per un bel po' e lei, che è afona dalla nascita, apre e chiude la bocca come se avesse un mucchio di cose da raccontare; non pare pronta all'attacco, lo segue con interesse avanti e indietro dall'altra parte del vetro. Che dite, provo ad aprire la finestra o continuo a baloccarmi nell'illusione (forse) che sia amore? Perché, in fondo, l'amore è un esperimento, è il paradosso del gatto di Schrödinger (e qui il gatto c'è, anche se sappiamo per certo che è vivo): fino a quando non apriamo quella finestra, non possiamo appurare se la gatta sia innamorata o se ucciderà il piccione. Inoltre, esistono altre possibilità: per prendere l'amato (o la preda) lei potrebbe cadere giù; lui (ammesso che sia maschio) forse sta solo esprimendo aggressività e coraggioso disappunto davanti a un predatore. Per