Post

Visualizzazione dei post da agosto, 2017

Sarà "facile" ma fumo ancora

Immagine
Ho finito di leggere quel libro che fa smettere di fumare anche i comignoli. Non ho smesso. Ci credevo, ci ho investito del tempo e qualche illusione. Alla fine mi scrive che ora posso dire "fantastico! Sono un non fumatore" e io mi chiedo se per caso la mia edizione non fallata, censurata, non integrale o se esita un volume precedente che mi sono persa. Conosco parecchie persone (tre, non una folla, ma non è che frequenti gente a camionate e si tratta delle uniche che so averlo letto) che hanno smesso grazie al libro: finita l'ultima pagina, buttato via il pacchetto. Stop, fine, enfisema scongiurato. Io invece sono qui, cicca in bocca, che faccio congetture su cosa non ha funzionato; tutto, alla luce dei risultati: oggi fumo più di ieri. Mi capita raramente di sentirmi frustrata, anche se i motivi non mancherebbero. Ho un buon carattere, mite, che mi consente di rattristarmi ma senza acredine. Ma le sigarette vincono dove altri fallimenti perdono alla

La ricorrenza del sogno ricorrente

Immagine
Un'influenza, o qualcosa di simile, piovuta tra capo e collo in periodo non sospetto, ha provvisoriamente sospeso le passeggiate quotidiane.  Quindi, non sono stata io a deciderlo, è stata lei (l'influenza).  Ammetto di non essermi opposta, di non aver inoltrato reclami: ho la giustificazione, non mi serve altro. Comunque sia, al momento il mio programma di riabilitazione psicomotoria è in attesa di tempi migliori; prevedo lungaggini infinite. Non so se ci sia un collegamento tra le due cose, ma il riposo forzato ha riportato nel mio mondo onirico un sogno che era sparito da anni. La sua prima comparsa la fece all'inizio dei disturbi, poi occupò tutte le notti, fino a conquistarsi lo status di incubo ricorrente. Per incubo s'intende un sogno che genera angoscia, ho controllato su Google proprio ora; non si specifica che il suddetto sogno debba necessariamente contenere eventi catastrofici, flagelli, piaghe d'Egitto. E sufficiente che provochi ango

Vorrei spargere un po' di colpe

Immagine
Non avete idea di quanto mi piacerebbe spargere a pioggia un po' di colpe. Qua e là, senza distinzione d'età, sesso, razza e religione. A volte ci provo: c'è una grana, una qualsiasi da scegliere nel mucchio, e mi dico "è colpa di Tizio, ci ha messo del suo anche Caio, e Sempronio non mi ha difesa". E' un buon modo per alimentare rabbia, che in tempi di magra è sempre un ottimo stimolante, e autocommiserazione. L'autocommiserazione ha un materasso morbido, ci si riposa bene, farebbe piacere buttare la sveglia e non alzarsi più. E invece... E invece tocca fare i conti con sé stessi e assolvere Tizio, Caio e Sempronio (quest'ultimo, comunque, si può continuare a detestarlo un po'; non mi ha difesa: a mio parere è il misfatto più grave). Con onestà, bisogna prendere atto che il male giunto dall'esterno è una gran fregatura, ma reagire in modo giusto non è responsabilità d'altri. E' bene chiarire un punto: accadon

Stephen King, fobie e la libreria che non ritroverò più

Immagine
Mi sono persa. Capita spesso. Pessimo senso dell'orientamento, memoria lacunosa, ansia distraente. Mi perdo ovunque: in centro, in periferia, dietro l'angolo, in un bicchiere d'acqua. Mentre mi trovo in una via che potrei giurare di non aver nemmeno mai immaginato, e non vedo la punta della Mole (la uso tipo stella polare per i marinai), scorgo un negozio minuscolo stipato di (da, con) libri usati. Eccellente elemento distraente dall'ansia, perché quando smarrisco la strad a sale sempre una punta di panico, non ci sono santi. Il negoziante ha l'aria assonnata, sfatta e distratta: meglio di una benzodiazepina. Mi guardo attorno, mi confondo e intanto chiacchiero con me stessa e con l'uomo stanco. Gli dico che Douglas Adams è morto (da almeno un decennio, ma non mi sono ancora ripresa del tutto), che gli scrittori che mi piacciono tendono sempre a morire. Lui risponde che forse è un complotto. Risposta esatta. Ok, abbiamo creato un legame. - Oggi mi

L'ansia da questura e riflessioni sugli anfibi

Immagine
Da qualche tempo (due anni?) ero assillata dal problema della carta d'identità. Dispersa in un cassetto, nel doppiofondo di una borsa, abbandonata in una fotocopiatrice, vittima di un sistema d'autodistruzione? Non lo so. So che un giorno c'era e quello successivo era sparita.  Capita, non è una tragedia, al massimo la si può annoverare tra gli spiacevoli contrattempi... s e io fossi una persona "normale". Essendo invece un individuo "peculiare" (poi cercherò un sinonimo più soddisfacente), lo smarrimento del documento si è trasformato in una fonte d'ansia, un pensiero costante nell'angolino della mente con il meccanismo di un orologio a cucù (pare non richieda l'accento, io lo lascio perché mi suona meglio). Tra l'altro non ho simpatia per l'uccellino che si manifesta allo scoccare dell'ora, così come per le paranoie. Qual è il problema? L'uso del singolare è segno d'ottimismo. C'è la fila all'ana

Silvia ha un sogno

Immagine
Silvia ha un sogno e io dormo meglio. Ho conosciuto Silvia quando lei era poco più che una bambina e io una liceale e nevrotica in fieri. La ricordo forse un po' timida, di poche parole, con enormi occhi chiari e capelli biondi che mi facevano invidia.  Sua sorella era la mia Amica di scuola e io mi ero un po' appropriata della sua famiglia: mi piaceva, ci si stava bene, ci si sentiva a casa. La ho ritrovata tre anni fa su Facebook ed è stato amore al primo link. Così abbiamo iniziato un rapporto che, perlopiù, si nutre di lunghissime telefonate notturne. Si fanno le ore piccole con Silvia, e si parla di tutto. Si ride parecchio e si entra in modalità empatica per le tristezze di una o dell'altra (nelle nottate buone si ride anche di quelle). La scorsa notte abbiamo tenuto il telefono occupato fino alle quattro (o giù di lì) e lei mi ha raccontato il suo sogno/desiderio/utopia/favoloso progetto di vita. Purtroppo, essendo un desiderio, non posso raccon

Le lacrime di Nietzsche

Immagine
Quando la mia amica Rita mi consigliò di leggere il romanzo Le lacrime di Nietzsche, mi chiesi perché mai avrei dovuto affrontare una lettura che già dal titolo prometteva una certa dose di tristezza. Era, in effetti, uno di quei periodi in cui tendo a evitare il contatto con sofferenze di qualsiasi tipo, a meno che non siano ineluttabili. Tuttavia, Rita mi ha sempre consigliato non solo bei libri, ma anche perfetti per me. Così mi sono persuasa ad acquistarlo e da li è nato un rapporto molto coinvolgente con Nietzsche (che prima avevo frequentato per brevi periodi, senza troppo entusiasmo) e con Irvin D. Yalom, l'autore che non sa di questo nostro coinvolgimento emotivo, ma di questo non posso fargliene una colpa. Il romanzo, come gli altri che ho letto di Yalom (psichiatra americano, altra faccenda per la quale alla fine mi sono persuasa a non colpevolizzarlo) racconta una storia di pura fantasia ma basata su vicende reali. È noto infatti che il filosofo protag

Il peso non è fortuna

Immagine
La magrezza ha la stessa dignità dell'adiposità. Tra l'altro, se i due fattori propendono verso l'eccesso, presentano rischi per la salute in egual misura. Rischi grossi, non bazzecole.  La rilevanza statistica non è legge: se la popolazione tende maggiormente all'obesità, non per questo la magrezza deve essere ricondotta a qualche fenomeno paranormale. Aggiungerò un'ultima considerazione a questa insensata premessa... L'aggiungerei volentieri, se solo non mi fosse scappata di mente; casomai la inserisco dopo, in corso d'opera, prima o poi tornerà a casa. Perché oggi vi tedio con questioni di gravità corporea? Per lo stesso motivo per cui non riesco a ricordare quell'ultima considerazione che sta rallentando di parecchio la scrittura: non lo so. Ciò che tuttavia mi pare certo è che i problemi d'ansia, nevrosi, depressione, eccetera, nella stragrande maggioranza dei casi si portano dietro grane legate al peso. C'è chi per superare

Viaggiare a chilometri zero

Immagine
Capita, soprattutto di notte, che mi venga voglia di viaggiare. Allora mi alzo, accendo il computer, scelgo una meta e traccio l'itinerario da percorrere in auto. Di solito non privilegio mete vicine: troppo facile, rischierei persino di arrivarci nonostante le incertezze della pompa della benzina e le mie notevoli resistenze. La tappa preferita è l'Irlanda: mi piace il clima, la storia, le leggende, gli elfi, il ballo tradizionale e persino il leprechaun, che di bello ha ben poco. A volte, tuttavia, mi spingo fino a isole del Pacifico, dove anche con l'impianto carburante funzionante faticherei ad arrivarci (a lungo andare s'imbarca acqua). Devo premettere che mi sottopongo regolarmente a un tipo di terapia che basa molta della sua efficacia sulla "visualizzazione". Aggiungo una non comune inclinazione all'immaginazione, alla fantasia elevata a stile di vita. E così il gioco è fatto. Guardo qualche foto, tanto per avere una traccia su cui

La vita dell'homeless secondo Lee Stringer

Immagine
La mia copia Oggi che siamo in pochi, vorrei condividere con voi la mia passione per un romanzo scoperto del tutto casualmente.  Come sapete, su Internet un argomento tira l'altro. E' così, che facendo una ricerca su un tema innocuo e frivolo, sono finita a leggere un'intervista a Le e Stringer, scrittore amricano a me sconosciuto. Uno dei tanti, devo ammettere; leggo molto, ma a casaccio, saltello qua e là priva di metodo. D'altra parte la letteratura è un grande amore e l'amore è sempre un po' anarchico e caotico. Dicevo... mi sono imbucata in un colloquio tra questo scrittore e un giornalista. La prima cosa che mi ha colpita è che si parlava di matite e io - con la mia amica Patrizia, sorella di passioni - sono un po' ossessionata dai lapis (infatti è il motivo - il tema innocuo e frivolo di cui sopra - per il quale sono arrivata a quella pagina). Poi l'attenzione si è spostata alla foto che ritraeva l'autore: un viso particolare,

La centralina funziona

Immagine
Tu non hai niente che non si possa curare con due Prozac e una mazza da polo!  Questa frase, tratta da un film di Woody Allen, ha su di me un effetto consolatorio; vi faccio ricorso ogni volta che mi pare di sbarellare completamente. Capita anche ai migliori (forse) di sentire qua e là nella propria mente una certa inclinazione alla follia.  E' un inganno, un giochetto per mettersi in allarme e rifocillare l'ansia. Fa un lavoraccio, la poverina, e tutto per distrarmi dal vero problema, che ovviamente non so qual è. Cioè, qualche idea ce l'ho, ma non sono ancora riuscita ad afferrare la questione per la coda e tenerla saldamente; sguscia via come un'anguilla (e anche per oggi l'animale l'ho infilato nel pezzo). L'ansia ha bisogno di cibo di continuo, è un sacco senza fondo. Ed è così che s'innescano meccanismi (piuttosto perversi, a dirla tutta) di cui ignoro la causa ma conosco bene l'effetto. L'impressione è che m entre tieni

Sull'amore in generale

Immagine
La nostra vita è attraversata da persone che sono come piante: alcune meritano di essere protette da ogni intemperia e parassita, per altre ci vuole un potente diserbante. Ma le più intollerabili sono quelle che per crescere sane cospargono te di letame. Esistono, non mi sto inventando nulla, a volte sono anche simpatiche, appena le si incontra.  Diciamo che, ad una conoscenza superficiale (che può durare decenni: talvolta serve una vita per comprendere la reale natura di un individuo), le persone dannose sono affettivamente attraenti. Stanotte, mentre imploravo Morfeo di farmi una visitina (anche un mordi e fuggi, non è che pretendessi otto ore filate di sonno) mi sono interrogata sull'amore. Non lasciatevi ingannare dall'argomento che parrebbe monotematico: per amore non intendo esclusivamente il sentimento di tipo romantico, con farfalle nello stomaco e, a tratti, anche un'ulcera da rabbia repressa che ci svolazza insieme; no, penso anche a quell'affetto

Ci mancava solo Lucifero

Immagine
Facendo un giro sui social, ho appurato che molti hanno scoperto che fa caldo e tendono a darne notizia a chi ancora non lo sapesse. Allarme spoiler: tra quattro o cinque mesi qualcuno ci farà sapere che fa freddo. Un servizio socialmente inutile, persino un po' dannoso.  Nutro sempre la convinzione che sia meglio ignorare i problemi o dribblarli con abili stratagemmi. Io non ne ho sviluppato alcuno degno di nota, ma quanto il caldo è troppo caldo, leggo romanzi ambientati in scandinavia (d'inverno); non sembra, ma le descrizioni di quei luoghi a 20 gradi sotto lo zero, regalano un po' di benessere. Un po', purtroppo, una sensazione a breve termine. Meglio di niente. Ma perché mi sono accodata anche io alla folla che sottolinea un'ovvietà? Perché, per chi soffre di attacchi di panico, il caldo intenso è come buttare benzina sul fuoco (appunto). La sensazione di stordimento, intorpidimento, rincoglionimento, oltre alla nausea, alle vaghe difficoltà r

Il tentennamento dell'ironia e la ricerca di solitudine

Immagine
Mi spiace sempre dare brutte notizie. Di solito delego l'incombenza ad altri. Ma a volte non c'è nessuno nei paraggi a cui girare la patata bollente. Come ora. Quindi, mi duole dirvi che non sempre si riesce a vedere il lato divertente delle cose, perché ci sono cose che proprio non ce l'hanno o comunque la tengono ben nascosta. Le giri e le volti, le guardi dall'alto e dal basso, provi persino a toccarle con un legnetto da debita distanza. Niente. Tenti la via dell'autoconsolazione dicendoti che è un fenomeno passeggero, un momentaneo calo di pressione dell'ironia causato dalla canicola, che è solo ed esclusivamente colpa tua.  Invece oggi devo ammettere che accadono cose da cui proprio è impossibile cavare qualcosa di buono, persino facendo scendere in campo il sarcasmo. Non deve necessariamente trattarsi di un evento grave, a volte è sufficiente unire i puntini delle grane altrui per ottenere un disegno su cui non riesci a intervenire per ren