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Visualizzazione dei post da luglio, 2022

Una lettura piacevole.

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  ​ Gli autori giapponesi sono assurdi; mi piacciono tanto. Così, mi sono concessa una pausa dagli italiani che ultimamente pare facciano a gara su chi, nella propria opera, cita il maggior numero di scrittori a numero chiuso, filosofi laotiani, fisici delle particelle anarchiche e altri personaggi che non conosco... la mia sensazione è che penalizzino un po' la trama, e a tratti l'ordito, solo per farmi sentire ignorante come una pigna; peccato, perché alcuni hanno una buona penna. Ma mi sono stancata di alzarmi dal letto per andare a cercare su Google di chi stiano parlando e poi scoprire che ne potevano fare a meno senza nulla togliere all'opera. Ho scelto un autore mai letto prima su consiglio di una cara amica e, lo ammetto, l'ho chiesto in regalo alla  mia madre sostitutiva  perché il titolo mi intrigava; ho amato "Io sono un gatto" di Natsume Soseki e quando mi capita d'adocchiare la favorevole congiunzione di nipponici e gatti, non me la lascio sc

Il non sonno dell'inquieta.

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  Foto di Giulia Della Croce      Quando finalmente arriva quella stanchezza che promette un buon sonno (ed è cosa rara), inizia il susseguirsi di distrazioni. “Non ho messo in carica il telefono”, così tocca alzarsi e testare i vari cavi appesi a una presa che prima o poi tracollerà; l’ultimo è quello giusto. Torno a letto. “Com’è che non ha fatto il solito bi-bop? Mi sa che non ho infilato bene lo spinotto”, mi alzo a controllare; sta caricando. Bene! Testa sul cuscino. Ho sete. “Perché ho lasciato l’acqua in cucina?”. Mi alzo, apro il frigo, mangio un quadretto di cioccolato e, dopo un tentennamento piacevole per via del fresco che giunge dallo sportello aperto, apro un succo d’aloe; ci hanno aggiunto lo zucchero ma è rinfrescante. Torno a letto . “Dovrei lavarmi i denti, ma ho sonno… troppo dolce quell’aloe, ora ho di nuovo sete e non ho portato l’acqua... ma che testa di...!”.  Mi alzo, prendo la bottiglia, ritorno. Mi piace bere da sdraiata. Un sorso, due sorsi e m

Non mi sento vecchia, ma...

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Non mi sento vecchia, ma alcune evidenze mi portano a riflettere. Ho acquistato un tappetino antiscivolo per la doccia e una borsa per l'acqua calda, nell'eventualità di coliche. Non mangio più il cioccolato con le nocciole intere o il croccante di sesamo per non lasciarci i denti. Ho uno shampoo antigiallo per togliere i riflessi nicotina ai capelli bianchi; non l’ho ancora usato, ma è lì in caso d’emergenza. Mi sono sottoposta a una visita geriatrica; il medico mi è parso abbattuto. Riesco ancora a mettermi una gamba sulla spalla, ma se provo a fare una capriola mi accartoccio su me stessa e rischio il collare ortopedico (non so perché lo faccio, è anche questo mi impensierisce). Ho comprato uno di quei portapillole settimanali perché spesso non riesco a ricordare se ho preso lo Xanax o meno (il che significa che anche lui inizia a non funzionare un granché). Controllo i piedi ossessivamente alla ricerca di calli (per ora non ne ho, ma è questione di ore). Ho un taccuino