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Visualizzazione dei post da maggio, 2018

Come aiutare un depresso (secondo me)

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Volete aiutare un amico depresso? Non sto parlando di qualcuno che si sente un po' giù, triste e malinconico, mi riferisco a una persona che è entrata nell'abisso. C'è una grande differenza. Quindi ripeto: desiderate aiutare un amico depresso? Davvero? Ma davvero, davvero, davvero? Insisto per farvi capire che prima di avventurarvi su questa strada, impervia e piena d'imprevisti, occorre esserne pienamente convinti e conoscerne tutti i pro e i contro. I "pro" li riassumo brevemente in un'unica frase: potete salvare la vita (letteralmente) a qualcuno. I "contro" sono numerosi e mi limiterò a quello più importante: c'è il rischio di venire trascinati sull'orlo dell'abisso. Tuttavia, se ce la farete ad ancorarvi su una radice sporgente, allungare la mano, e tirare su chi già si trova sul fondo... nella vita raramente avrete modo di sperimentare un senso di gratificazione che possa competere. Ora, prendete i miei c

La paranoia nel destino

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Mi rifiuto di ingollare uno Xanax alle 7 del mattino. Questo mi sono detta prima di uscire. Nella mente ho sentito la determinazione balbettare, diciamo che mi è parsa una determinazione poco determinata. Così, ho raggiunto il compromesso di infilare il blister nello zaino che, non che sia importante ai fini della narrazione, pesa in media tra i 5 e i 10 chili. Il fatto è che esco sempre con la convinzione di non rientrare più.  E allora finisce che mi porto dietro libri, acqua, taccuini, matite, temperino, spazzolino, una confezione da viaggio di dentifricio, un cambio di biancheria, il tablet e altre cose di normale amministrazione nella gestione di una borsa. Comunque esco con il carico dello zaino e dell'incertezza del destino, vado verso l'auto che mai parte al primo tentativo e mi avvio verso il meccanico. A metà strada penso che è tempo di trovare un altro professionista dei turbamenti del motore più vicino a casa, magari dietro l'angolo. Avverto l&#

La strategia dello struzzo

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Da oggi cambio registro. Opto per quello delle presenze. Mi sono detta qualche giorno fa. E allora ho ripreso a leggere i giornali, a guardare i TG, a consultare quotidianamente le agenzie di stampa non solo per i settori d'interesse strettamente lavorativo. Pessima idea. Pessima. Avevo smesso per assecondare quel barlume di spirito d'autoconservazione che mi era rimasto. La prima fase di quel processo salvifico, mi aveva portata ad evitare le notizie dal mondo durante l'ora dei pasti... che poi è il momento in cui il mondo dà notizia di sé, almeno per chi mangia guardando la Tv. Già fatico a prepararmi qualcosa di realmente commestibile, per via del poco tempo e dell'assoluta mancanza di predisposizione all'arte culinaria, e la solita pasta in bianco con verdurine al vapore mi si bloccavano nel gargarozzo davanti alle brutte notizie. Con il cibo non ho un buon rapporto, tendo a drastici cali di peso che non giovano all'estetica e, temo,

Superstizioni da sigaretta

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Come ogni fumatore dotato di un minimo di spirito d'osservazione, ho notato che recentemente sono arrivate nuove fotografie per il packaging delle sigarette. Dopo cancrene, amputazioni e gengive distrutte peggio che da un calcio in bocca tirato da Pelè in persona, ora abbiamo la collezione primavera-estate che propone altre varianti sul tema. Devo essere onesta: sono consapevole della nocività del fumo (prima causa d'infarto, ictus e tumore al polmone; vedete che so, non vivo nella beata ignoranza), sono ipocondriaca e quindi particolarmente sensibile alle patologie di cui sopra e di tutte le altre, sono un cicinin (che significa un po' ) superstiziosa. E dei tre elementi di cui sopra, l'ultimo è quello che più mi ha creato disagio davanti all'introduzione di immagini dissuadenti sui pacchetti; da ciò ho evinto che sono anche affetta da deficit cognitivo. I primi tempi facevo impazzire il tabaccaio, che mi vuole bene in virtù della mia posizione di az

Aspetto con ansia

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Capita spesso di sentire "aspetto con ansia". La frase di solito termina con: la telefonata di qualcuno particolarmente gradevole (o a cui si sta mentendo), l'uscita di un nuovo romanzo, l'ultimo modello di telefonino, ecc. E' un modo di dire che trovo divertente, perché io (e suppongo molti di voi) aspetto con ansia e basta. Non so cosa aspetto, a parte le catastrofi; quindi do al concetto un significato anticonvenzionale, diciamo così. Quello che per altri è un attendere con beata trepidazione, per me è ansia anticipatoria. Non ci sono santi, non si scappa. Ci ragionavo stanotte, nell'intento di sfuggire da altri pensieri ben più molesti, e mi davo ragione su un dato certo: l'aspetto più insopportabile dell'ansia, sono i suoi tempi d'attesa.  Attenzione: come sempre, intendo l'ansia patologica, non quella che gli esperti definiscono salutare, propedeutica alla creatività, salvifica, e altre belle cose. So che tra una settiman