Una lettura piacevole.
Gli autori giapponesi sono assurdi; mi piacciono tanto. Così, mi sono concessa una pausa dagli italiani che ultimamente pare facciano a gara su chi, nella propria opera, cita il maggior numero di scrittori a numero chiuso, filosofi laotiani, fisici delle particelle anarchiche e altri personaggi che non conosco... la mia sensazione è che penalizzino un po' la trama, e a tratti l'ordito, solo per farmi sentire ignorante come una pigna; peccato, perché alcuni hanno una buona penna. Ma mi sono stancata di alzarmi dal letto per andare a cercare su Google di chi stiano parlando e poi scoprire che ne potevano fare a meno senza nulla togliere all'opera. Ho scelto un autore mai letto prima su consiglio di una cara amica e, lo ammetto, l'ho chiesto in regalo alla mia madre sostitutiva perché il titolo mi intrigava; ho amato "Io sono un gatto" di Natsume Soseki e quando mi capita d'adocchiare la favorevole congiunzione di nipponici e gatti, non me la lascio sc