Non mi sento vecchia, ma...

Non mi sento vecchia, ma alcune evidenze mi portano a riflettere.

Ho acquistato un tappetino antiscivolo per la doccia e una borsa per l'acqua calda, nell'eventualità di coliche.

Non mangio più il cioccolato con le nocciole intere o il croccante di sesamo per non lasciarci i denti.

Ho uno shampoo antigiallo per togliere i riflessi nicotina ai capelli bianchi; non l’ho ancora usato, ma è lì in caso d’emergenza.

Mi sono sottoposta a una visita geriatrica; il medico mi è parso abbattuto.

Riesco ancora a mettermi una gamba sulla spalla, ma se provo a fare una capriola mi accartoccio su me stessa e rischio il collare ortopedico (non so perché lo faccio, è anche questo mi impensierisce).

Ho comprato uno di quei portapillole settimanali perché spesso non riesco a ricordare se ho preso lo Xanax o meno (il che significa che anche lui inizia a non funzionare un granché).

Controllo i piedi ossessivamente alla ricerca di calli (per ora non ne ho, ma è questione di ore).

Ho un taccuino su cui scrivo appuntamenti, i posti in cui metto le cose che mi servono, e nella prima pagina ho scritto il numero di telefono in caso di smarrimento.

Avrei bisogno di una blefaroplastica (me l’ha detto anche l’oculista), ma detesto gli interventi permanenti (ma pure impermanenti) sull'aspetto, ho paura di qualsiasi cosa si avvicini agli occhi (faccio la doccia con gli occhialini da piscina). Tuttavia cala la palpebra.

Mi sono ubriacata, tanto da dover gattonare per arrivare al letto, mangiando due mon chérie (è vero che sono astemia da 22 anni, ma è ugualmente umiliante).

Trascorro la maggior parte delle serate a sferruzzare e sorrido con bonarietà alle intemperanze dei giovani.... come Miss Marple.

La pelle regge bene, ma sul taccuino di cui sopra ho scritto che sarebbe tempo di iniziare a usare una crema idratante (che dimentico di acquistare perché non è annotata nell’apposita sezione "spesa").

Traggo un piacere allarmante dal fare le parole crociate (in particolare, il Superermetico della Domenica Quiz).

Degli uomini non guardo più gli avambracci e le gambe, ma ascolto la voce; poi penso che anche l’udito se ne andrà e non proverò alcuna attrattiva per l’altro sesso.

Reprimo la brama di dolci per paura del diabete e della conseguente amputazione delle dita di uno o entrambi i piedi. Non sempre ci riesco e guardo il mignolino con un precoce senso di perdita.

Una volta al mese disegno orologi, poi li fotografo per inviarli a un’amica che mi conferma l’assenza di Alzheimer… per ora; ogni volta attendo il risultato con un filo d’ansia.

Quando vedo il video di un concerto rock penso che non solo non riuscirei a stare in mezzo a quella folla per via della fobia sociale, ma non avrei nemmeno la forza muscolare per stare in piedi tutto quel tempo. E allora ricordo quando da ragazzina pogavo per almeno un’ora (prendendomi spintoni, gomitate e persino qualche schizzo di sputo o vomito dal frontman) ai concerti punk.

Capita che vada al mercato col carrellino.

Ho ritrovato il primo abbonamento ai bus; guardando la foto, a quel viso infantile con i capelli alla Sid Vicious ho detto “non potevi darti una pettinata?”.

Sogno ancora, sogno tanto, ma mi ripeto che è tempo di smettere di sognare.

Mi porto pane secco e biscotti al parco; seduta su una panchina, parlo da sola e do da mangiare ai piccioni e alle cornacchie. A volte guardo i vecchi che giocano a bocce e mi ci appassiono, faccio il tifo, segnalo errori di valutazione sulla distanza dal boccino.

Mi è venuta un po’ di pancetta; ne sono stata felice (per una che ha sofferto di irriducibile magrezza è una grande conquista), fino a quando mi hanno detto che quella si chiama “marsupio da menopausa”; come se fossi un canguro (animale che amo, ma abbinato a gambe da struzzo ne esce un animaletto piuttosto raccapricciante).

Continuo a calzare gli anfibi, ma ogni anno mi sembrano sempre più pesanti: sono a un passo dal trascinare i piedi senza sollevarli.

Di notte, mi capita ancora di fare le bolle di sapone, tuttavia a volte mi viene il fiatone.

Sto valutando seriamente di partecipare a uno screening per forti tabagisti.

Ma non mi sento vecchia, ma... 

Commenti

  1. Viviamo in un mondo di apparenze, la giovinezza eterna non esiste. Tutto cambia, tutto è in divenire. La senescenza è inevitabile, meglio viverla che fuggirla; per non perdere quel che resta

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