Non mi sento vecchia, ma...
Non mi sento vecchia, ma alcune evidenze mi portano a riflettere.
Riesco ancora a mettermi una gamba
sulla spalla, ma se provo a fare una capriola mi accartoccio su me stessa e
rischio il collare ortopedico (non so perché lo faccio, è anche questo mi impensierisce).
La pelle regge bene, ma sul
taccuino di cui sopra ho scritto che sarebbe tempo di iniziare a usare una crema
idratante (che dimentico di acquistare perché non è annotata nell’apposita sezione "spesa").
Traggo un piacere allarmante dal
fare le parole crociate (in particolare, il Superermetico della Domenica Quiz).
Degli uomini non guardo più gli
avambracci e le gambe, ma ascolto la voce; poi penso che anche l’udito se ne
andrà e non proverò alcuna attrattiva per l’altro sesso.
Reprimo la brama di dolci per
paura del diabete e della conseguente amputazione delle dita di uno o entrambi
i piedi. Non sempre ci riesco e guardo il mignolino con un precoce senso di perdita.
Una volta al mese disegno orologi,
poi li fotografo per inviarli a un’amica che mi conferma l’assenza di Alzheimer…
per ora; ogni volta attendo il risultato con un filo d’ansia.
Quando vedo il video di un
concerto rock penso che non solo non riuscirei a stare in mezzo a quella folla
per via della fobia sociale, ma non avrei nemmeno la forza muscolare per stare
in piedi tutto quel tempo. E allora ricordo quando da ragazzina pogavo per almeno
un’ora (prendendomi spintoni, gomitate e persino qualche schizzo di sputo o vomito dal
frontman) ai concerti punk.
Capita che vada al mercato col
carrellino.
Ho ritrovato il primo abbonamento
ai bus; guardando la foto, a quel viso infantile con i capelli alla Sid Vicious
ho detto “non potevi darti una pettinata?”.
Sogno ancora, sogno tanto, ma mi
ripeto che è tempo di smettere di sognare.
Mi porto pane secco e biscotti al
parco; seduta su una panchina, parlo da sola e do da mangiare ai piccioni e
alle cornacchie. A volte guardo i vecchi che giocano a bocce e mi ci
appassiono, faccio il tifo, segnalo errori di valutazione sulla distanza dal
boccino.
Mi è venuta un
po’ di pancetta; ne sono stata felice (per una che ha sofferto di irriducibile magrezza è
una grande conquista), fino a quando mi hanno detto che quella si chiama
“marsupio da menopausa”; come se fossi un canguro (animale che amo, ma abbinato
a gambe da struzzo ne esce un animaletto piuttosto raccapricciante).
Continuo a
calzare gli anfibi, ma ogni anno mi sembrano sempre più pesanti: sono a un
passo dal trascinare i piedi senza sollevarli.
Di notte, mi
capita ancora di fare le bolle di sapone, tuttavia a volte mi viene il fiatone.
Sto valutando seriamente di partecipare a uno screening per forti tabagisti.
Ma non mi sento vecchia, ma...
Viviamo in un mondo di apparenze, la giovinezza eterna non esiste. Tutto cambia, tutto è in divenire. La senescenza è inevitabile, meglio viverla che fuggirla; per non perdere quel che resta
RispondiEliminaE' un bel pensiero. Grazie!
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