Riti insensati. Mi diverto con poco.
Sono una che non festeggia, questione d’abitudine. Ma il Samhain, o Capodanno celtico che dir si voglia, mi ha sempre affascinata. Anni prima che dagli States arrivasse l’ennesima moda buona ad arricchire aziende dolciarie e locali per feste, mi capitò di frequentare alcune donne legate alla Wicca (o cosucce del genere) e ricordo ancora le loro istruzioni per l’uso di rituali più o meno complessi (o vagamente insoliti, tipo restare nude sotto la pioggia durante la luna piena, con accanto il gatto… non l’ho mai fatto perché, da fumatrice quale sono, i miei gatti hanno sempre avuto polmoni deboli e la bronchite è dietro l’angolo). Comunque sia, ogni anno attendo la mezzanotte del 31 ottobre con una certa fiducia nella vita; per me non è materiale da buttar via. Quindi eseguo rituali tutti miei, che mi divertono come una bimba a Natale e, al contempo, mi danno modo di riflettere su un paio di cose (anzi, tre): passato, presente e futuro. Così mi preparo (non fatelo a casa!):