Piccola digressione anatomica.
Prima di andare a dormire do un’occhiata alle notizie dell’ultima ora. Per addormentarmi mi ripeto l’alfabeto, anche al contrario (e lì, di solito, mi abbiocco in uno stato di totale confusione mentale), abbinando a ogni lettera il nome di una malattia.
Appena sveglia ritorno ai lanci d’agenzia ma con più impegno rispetto alla sera, cioè non mi limito a guardare le figure. Durante la giornata leggo studi, ricerche, test randomizzati a doppio cieco carpiato su varie patologie.
Fatico a concentrarmi e sto iniziando a sospettare che non si tratti di un
disordine neuropsichico: è che non voglio concentrami, la mente divaga per sfuggire
alla naturale ansia a cui conducono queste attività.
Ammetto che sono bei
momenti, perché per un’ipocondriaca, iatrofobica e quindi refrattaria agli ambienti
ospedalieri, svolgo un lavoro inidoneo (mi scapperebbe un altro aggettivo, ma mi
sto allenando a esibire una certa eleganza nell’eloquio). Inoltre, leggere le
varie notizie dal mondo extra scientifico induce un avvilimento che in
confronto preferirei beccarmi il lupus eritematoso (che utilizzo in ben due
lettere dell’alfabeto, quando sono a corto di malattie ipnagogiche).
Ho fatto un po’ di
ricerche in tal senso (tempo perso, non pagato, nessuno mi ha chiesto una
relazione sull’Anonima); ho scoperto che qualcun altro si è impietosito come me
e l’ha battezzata “tronco arterioso brachiocefalico”… eh, poi per forza tutti insistono a chiamarla Anonima.
Malattia orribile, c’è
niente da ridere, ma nella mia testa ho iniziato a pronunciarla con una netta
inflessione piemontese e ad aggiungere vari vocaboli d’estrazione dialettale.
Ora, per chi non vive nei paraggi, taca i asu significa “attacca gli asini” (ad
esempio al carro).
Per la mia memoria
lacunosa questa è una mano santa, uno stratagemma per non dimenticare: da stanotte, la T si libererà della scialba tonsillite.
Perché vi racconto ciò? Sono molto stanca e un
po’ abbattuta dalle faccende di questo mondo inesorabilmente malato (e temo
senza cura). Abbiate pazienza.
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