Decalogo anti attacchi di panico (parte seconda)

Riprendiamo da dove abbiamo interrotto ieri. Vediamo se riusciamo a concludere prima di trasformare il decalogo in Beautiful, perché per i prossimi trenta o quarant'anni abbiamo tutti altre cose da fare, mi auguro.
Dunque, abbiamo affrontato tre punti, quindi ora passiamo al numero quattro; non che mi faccia piacere: i numeri creano meno ansia quando la loro sequenza non cede a fratture, ma l'importante è non lasciarsi dominare da pensieri ossessivi.

4. Respirare - Se fossi una persona precisa e che sa cosa sta facendo, questo punto sarebbe affiancato dal numero 1; al massimo lo sposteremo in un secondo momento. 
Se state pensando che tutti quanti sanno respirare e lo fanno di continuo da sempre, tranne qualche episodio di apnea su cui sorvoliamo, sbagliate di grosso. Personalmente ho impiegato circa sei mesi per imparare a respirare e a tutt'oggi mi mantengo in costante, o quasi, allenamento. 
Ho scoperto di non saper respirare quando mi sono avventurata in un centro dove un monaco insegnava meditazione (fu la prima uscita per andare in un luogo pubblico dopo tanti mesi di isolamento). Lì mi spiegarono che usavo solo una parte dei miei polmoni, che il mio respiro era veloce e poco profondo, in pratica rantolavo; la notizia fu per me fonte di stress e avvertii la pulsione di accendermi una sigaretta.

Per calmare la mente, ossigenare il sangue e fare un altro mucchio di cose belle, è necessario prodigarsi in lunghi respiri, utilizzando sia il torace sia l'addome; di solito si usa solo uno dei due (il torace)... i polmoni languono, s'intristiscono, e l'ansia sale non solo per solidarietà verso l'apparato respiratorio. Vedo che su YouTube ci sono videotutorial che insegnano decentemente le corrette tecniche per smettere di iperventilare come maratoneti inesperti al limite del tracollo (cercate "respirazione diaframmatica" e troverete anche chi ve la spiega indossando un camice bianco molto autorevole o una tutina da yoga o con il supporto di musica new age... c'è di tutto sul web, è un allegro caos, a volte anche utile). Se invece ce la fate a frequentare un corso di meditazione o yoga, meglio ancora, così avrete qualcuno che vi tiene d'occhio e vi dice se realmente state facendo un buon lavoro o se pare solo a voi. 
Ecco, quando l'ansia sale, è un vero toccasana riuscire a controllare espirazione e inspirazione... se poi si riesce a concentrarsi su di esse, impedire l'ingresso del panico diventa un gioco da ragazzi.

5. Lasciarsi attraversare dal panico - non ci sono mai riuscita, giuro. Eppure mi dicono che il modo migliore per fare passare un attacco sia lasciarsi andare, non opporre alcuna resistenza. Personalmente non solo oppongo una fiera e perseverante resistenza fisica e mentale, ma se avessi un obice esploderei volentieri qualche colpo, così,  per sicurezza.
Quindi, se volete provare, appena iniziano i primi sintomi, rilassate i muscoli, lasciate che i pensieri si affollino nella mente senza interferire. Poi fatemi sapere.

6. Deviare il pensiero - funziona! Abbiamo già parlato del posto sicuro, questa è  un'altra storia  (lo so che tendo a ripetermi, ma stavolta abbiate fiducia, ho il filo del discorso sotto controllo). Si tratta di concentrarsi su un calcolo con decimali a iosa, sul testo di una poesia eterna, astrusa e possibilmente in aramaico, su una canzone di cui non avete mai capito una parola. Io tento di ricordare un canto in lingua pali... mi capita di scoprire di non esibirmi esclusivamente tra me e me; lo so, la gente penserà che sono pazza, ma a questo punto - per dirla alla romana - non me ne può fregar de meno: con tutti i problemi che abbiamo, manca solo di farci anche quelli degli altri.

Chiudo qui, per oggi, perché ho sempre aperta la grana dell'auto e il computer inizia odorare di bruciato; la qual cosa mi sta mettendo ansia. Canto un po'.

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