Effetto go down
La ricerca scientifica dovrebbe destinare del
tempo a un fenomeno strano ma non così infrequente. Io lo chiamo "effetto
go down": ti si guasta qualcosa e, in rapida successione, non funziona più
niente.
La prima volta che ebbi il piacere di osservarlo da vicino, talmente vicino che ci sono finita dentro, coincise con l'inizio dell'esaurimento nervoso che mi ha condotta al panico e alle sue naturali diramazioni.
Fu un periodo di sventure dalle connotazioni persino surreali, di perdite e di dolori mentali e fisici. A queste si affiancarono disastri lavorativi che trascinarono giù un sacco d'altre cose.
Tuttavia, mi consolavo pensando che il fenomeno poteva essere spiegabilissimo, ad esserne capaci; insomma, dipendeva tutto da un crash mentale, un guasto dell'hardware che si portava dietro nel baratro anche i software (pochissime ore di sonno, non so di cosa sto parlando).
A dare retta ai teorici della newage, si tratta di blocchi energetici, chakra chiusi, flussi di qualcosa di poco benigno che da dentro esce fuori e viceversa: la negatività che produci contamina tutto e il malessere interiore si trasforma in catastrofe esteriore.
L'onda diventa uno tsunami, mettiamola così.
Io non sono molto newage, ma queste teorie mi pare abbiano un senso. Però, preferisco affidarmi alla terza legge della dinamica: a ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria... dice la stessa cosa ma con l'autorità rigorosa della scienza.
Quindi, ha tutto un senso. Ma come la mettiamo quando l'effetto go down investe gli oggetti?
Loro non si deprimono, non producono energie negative, non hanno i chakra sprangati (a rigor di logica, ne sono del tutto privi). Lasciamo stare il fatto che io tendo a dare un'anima anche a ciò che è inanimato; questa è una mia aberrazione, non possiamo farne un fatto generale.
Allora, torniamo alla domanda di inizio paragrafo.
Un esempio pertinente, non buttato a caso: ti svegli, come sempre vai
alla serranda e questa si blocca a metà, in evidente asimmetria. Chiami il
serrandaio (lo so che non si chiama così, ma non ho voglia di andare a cercare l'esatta qualifica professionale), il problema è più grave di quanto si pensasse, viene ventilata
l'ipotesi di un trapianto; controlli quanto hai nel portafogli, ti viene da piangere. Il tizio, onesto e
comprensivo, fa un "taccone che, signora, non so quanto terrà", e se
ne va.
Ti attacchi al telefono per lamentarti con qualcuno e il tasto del 2 si
blocca, lo smonti, lo rimonti e non funziona più (no, il tasto 2 è ora disponibile, solo lui, ma si chiama gente strana). Ti siedi sul divano e la lampadina
inizia a comportarsi da stroboscopica, senti in arrivo un attacco epilettico,
sali su una sedia e inizi ad armeggiare; cambi lampadina e questa si mette a
frigolare, scendi dalla sedia prima di restare folgorata e vai a prendere in
cantina una lampada con lo stelo che tende allo svenimento.
Vai a dormire e il mattino successivo ti accorgi che il computer puzza di bruciato (e qui subentra il panico,
perché c'è una lavoro da consegnare, un computer nuovo sai di non poterlo
acquistare e Natale è ancora lontano; poi bisogna vedere se qualcuno sia disposto a regalartelo).
Da tutto ciò cosa si evince? Non so voi, ma io ora dovrei fare una lavatrice e non sono tanto
coraggiosa da provarci.
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