Esorcismo e psicoterapia

E' vero, quando si sta male si prova di tutto.
Non starò a raccontarvi del beverone africano per combattere un'influenza resistente a qualsiasi farmaco; ha funzionato ma mi si è aperta un'ulcera, quindi vi nego la ricetta perché sento di volervi già un po' di bene.

Nel caso del panico, con annesso evitamento fobico (è lui a creare i problemi più fastidiosi), le terapie convenzionali o meno si sprecano. Devo ammettere, con una punta di soddisfazione, di averle provate tutte; almeno quelle che ho trovato sul mercato. 
Mi manca uno sciamano, questo è un cruccio; tuttavia confido di riuscire a mettere una tacca anche su questa esperienza.

Ho iniziato con un neurologo: si è pensato all'epilessia. Il tutto aggravato da uno scambio di referti da cui risultava un tracciato dell'encefalo perfetto (qui mi sono sorti i primi dubbi), ma una cardiopatia gravissima. Sono sfuggita per un pelo al trapianto di cuore, quindi ho optato per lo psichiatra.

Ne ho passati quattro, di cui uno pazzo e un altro simpatico e buono come il pane ma che dovevo controllare perché tendeva a mettersi in situazioni complicate, tipo chiuderci nello studio, perdere le chiavi e dover uscire dalla finestra (gli ho diagnosticato un grave deficit d'attenzione e ho cercato d'aiutarlo per quanto era nelle mie possibilità).

Per anni ho evitato gli psicologi. Non per sfiducia, ma il fatto che non siano medici mi portava a una certa diffidenza. Sbagliavo... e il colesterolo è salito a 255. Di questo parlerò un'altra volta.
Quindi è arrivata l'agopuntura, che mi ha risolto l'ernia del disco ma con l'ansia non ha portato a casa una vittoria; l'omeopatia, su cui sorvolo volentieri; i Fiori di Bach, che non fanno danni ma a cui non ho trovato altri qualità significative; il massaggio shiatsu, quello olistico, l'aromatico e il Lomi Lomi Hawajiano...

Insomma, del tempo ce ne ho perso parecchio e anche l'esborso economico era diventato fuori dalla mia portata.
Gli amici, la mia ricchezza che mai sostituirei con quella pecuniaria, si sono attivati per trovare soluzioni: da quelle convenzionali alle più assurde.
E qui vi devo raccontare il tentativo di cura che, nella mia personale classifica dell'assurdo, si è aggiudicato il primo premio.

Due amici di lunga data, in un periodo molto pesante per me, mi hanno caricata in macchina e dopo un viaggio breve ma fuori città (panico!) mi hanno introdotta in un monastero. Posto incantevole, rilassante e molto piacevole, benché io non bazzichi la religione e tenda a credere esclusivamente nella presenza di alieni che ci osservano e forse governano le nostre questioni (non giudicate, ho appena detto che sono stata tenuta sotto osservazione psichiatrica per lungo periodo; nulla è casuale).

In quel luogo sono stata presentata a un frate grande e grosso, con l'aria severa e gli occhi dolci: un esorcista; non è facile trovarne, sapete? Scarseggiano quasi quanto gli sciamani.
Il frate in questione mi ha infilato in mano un crocefisso con astuta manovra (mi sono trovata a impugnare un Cristo senza accorgermene, ho conosciuto poche persone così abili nella prestidigitazione), mi ha buttato in testa dell'acqua presa da una bottiglietta (l'etichetta era coperta), ha impresso sulla mia fronte una croce unticcia, ha molto pregato.

Ma il momento topico è stato quando mi ha messo in testa una stola e ha iniziato a premere con mani potenti. Sono certa che, in quel preciso istante, il mio aspetto fosse identico a quello di Aigor: avevo una gran voglia di dire "potrebbe essere peggio, potrebbe piovere", ma temevo di dare il via a pratiche più invasive.

Ovviamente, chi mi ha portato si aspettava che iniziassi a roteare la testa come un faro o, in alternativa, tirassi giù quelle due o tre bestemmie di rito. Tuttavia non bestemmio mai, rispetto la fede altrui come fosse la mia.
Invece il frate mi ha portato a raccogliere prugne nel frutteto. Mi ha detto che devo provare a camminare e soprattutto che devo, senza se e senza ma, mangiare di più. Mi ha anche proposto una breve permanenza lì da loro, e ci ho pensato seriamente perché si stava proprio bene... stola e bagni nell'acqua santa a parte.
E' vero che mi ha dato appuntamento dopo 15 giorni per una controllatina.... come dal medico, ma almeno non ho pagato il ticket e ho conosciuto una persona interessante e bella.

Concludendo, quando penso di essere sulla strada della follia, sbaglio. Sono già arrivata al traguardo e, obiettivamente, va bene così. Potrebbe piove



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