La smagnetizzazione della pazienza
Negozio di telefonia mobile (ometto il nome del
gestore per evitare ritorsioni future ai danni del tasto cancelletto, che mi
piace parecchio). Tutte le commesse, e i relativi maschili, sono di una
gentilezza commovente. Tranne quella dai capelli rossi.
L'ho adocchiata dal
fondo della fila, mentre cerco di sfuggire al bocchettone dell'aria
condizionata regolata sulla temperatura lappone (odio il caldo, è vero, ma
nutro sentimenti contrastanti anche verso la pleurite).
La tizia è scostante,
scazzata, scorbutica ma con garbo - non chiedetemi come si fa, è un'arte. Ovviamente quando
tocca a me finisco dalla rossa: è tinta; è palese, un rosso così non lo vedevo
dai tempi dell'hennè.
Lo immaginavo, io ho una passione per la gente con i
capelli rossi naturali, e questa non mi piace. Le spiego che a mia madre si è
smagnetizzata la sim, che ho i suoi documenti e mi piacerebbe sbrigare la
faccenda al posto suo.
E' che serve la firma elettronica: pare essere un problema di una certa rilevanza; e io che pensavo di averne di più seri... vedi, a volte, la vita. Le spiego che
siamo davanti a un caso particolare, la mamma ha perso quasi tutte le diottrie,
da un occhio ci vedrebbe meglio con sopra una benda e l'altro tende ad assecondare
con solerzia il gemello che gli sta accanto.
E ringrazi che non la tedio con la mia
agorafobia, la fobia sociale e la difficoltà a stare in quel negozio in cui, in qualche
angolo, vendono anche surgelati (ne sono certa).
- Bé, ma basta che la signora venga a fare una firma - dice lei
con lo sgarbo garbato.
- Non posso farmi fare una delega? - chiedo.
Attenzione: io sto sorridendo, mantengo un tono di voce paziente, sento quasi una punta d'affetto verso la rossa spuria; sono fatta così, una persona gentile e paziente.
- Eh... no.
- Posso falsificare la sua firma?
- Eh... no.
- Posso intestare il suo telefonino a me e la finiamo
qui?
Qui s'illumina: può farmi un nuovo contratto, con
incluso internet e sconto sul cinema.
- Quando una vede un cazzo, difficilmente va al
cinema e ancor meno naviga in internet. -L'ho detto.
Lei mi pare più nervosa di prima. Perché mi è
scappata una scurrilità? Ma figuriamoci.
E' per via della mancanza di gratitudine
verso l'offerta internet-cinema, mi ci potrei giocare il telefonino (che tanto è un vecchio modello che non consente di scaricare applicazioni, perderei poco se non consideriamo il tasto cancelletto).
Esco, torno da mia madre, le spiego la faccenda:
lei riprende documenti e telefono, dice "che vadano a cagare i telefonini,
la… (nome del gestore) e il cinema".
- Ecco - le suggerisco - magari ti accompagno e glielo
dici di persona.
Finisce che ci manda anche me ad espletare la funzione fisiologica in compagnia del
telefonino, del gestore e del cinema.
Con il cinema ci sto bene.
Be', sei davvero unica cara Alessandra, ma dopo aver letto di tua madre mi spiego molte cose. Insomma, sei mitica, scrivi da dio (manzonianamente rifiuto le maiuscole) e hai una mamma che ci mette del suo. mi hai rallegrato la giornata e scusa se rido delle disgrazie ma in fondo è questo il vero significato della comicità.
RispondiEliminaSono molto contenta di averti divertita. I guai ci sono sempre (come dice la nonna di un mio amico "la vita è un guaio", tant'è), prenderli troppo sul serio logora il sistema nervoso e porta a una noia infinita. Grazie per tutto... il primo commento!
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