Sull'orlo di una prostatite

Oggi, se tutto procede secondo programma, finirò il mio lavoro con gli oncologi. 
Esperienza interessante, anche se vieterei per legge (tipo con un'ordinanza restrittiva) di fare avvicinare questi seppur meravigliosi medici a un'ipocondriaca; lo so, ho usato un termine in via d'estinzione, ne abbiamo parlato non più di due giorni fa, ma mi rifiuto di infilare in una frase la corretta dicitura "Disturbo da sintomi somatici"; l'ho appena fatto, fingiamo tutti insieme di non essercene accorti, grazie.

Comunque, nel giro di due settimane d'interviste, mi pare di avere sviluppato noduli sospetti dai capelli ai talloni, tossisco (con dolore) a intervalli troppo ravvicinati, la mia solita magrezza ora mi pare insolita, e avverto un dolore collocato in luogo anomalo della testa, oltre ad altre sintomatologie che vi evito per non causare eccessiva preoccupazione. 

Ciò che mi impensierisce maggiormente, a parte il mal di testa che si colloca secondo in classifica, è la manifestazione di disagi che fanno pensare a disguidi prostatici (tipo la fastidiosissima sensazione di non riuscire a svuotare completamente la vescica, con conseguenti vai e vieni notturni), ma qui siamo nel campo dell'emulazione empatica, lo so. E comunque mi è stata confermata l'impossibilità, in quanto donna, a sottopormi all'esame PSA... che poi non mi si parli di pari opportunità!

Nulla di nuovo, quando lavoro con i cardiologi mi accade di peggio e mi aggiro per casa con aria stanca e fiatone, tenendo una mano sul petto.
Sto pensando che chi combatte contro queste malattie ha tutta la mia ammirazione e il mio affetto. Ma penso pure sia tempo di crearmi (inventare) una nuova specializzazione: in botanica, per dire, anche se la peronospora della vite mi inquieta.

La vita non è una passeggiata per nessuno.

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