zanzare, cani, vacche sacre e amici umani

Mi lascio dissanguare dalle zanzare. Non che mi piaccia, ma è difficile mandarle via quando hanno già infilato lo stiletto. E qui non si uccide nessuno!

E' una questione su cui stanno già lavorando alcuni seri professionisti, non perdiamoci tempo.
In quanto agorafobica simpatica e dall'aspetto assai fragile, stimolo negli altri un senso di protezione che li spinge a prendersi cura di me nei modi più strani e meravigliosi; ad esempio portandomi doni a profusione al ritorno da ogni vacanza. Un fenomeno strano, come se si sentissero in colpa nel fare qualcosa di estremamente piacevole che a me è negato. Un giorno dovrò riunire tutti e fargli un discorsetto su quanto sia bello vederli felici, e quanto sia invece deprimente vederli tristi a causa mia.



Comunque, nel frattempo, un'amica mi ha regalato un unguento lenitivo ayurvedico acquistato in India. C'è da dire che questa amica viaggia molto e ovunque vada acquista rimedi medicamentosi con foglietti illustrativi scritti in pali, cirillico, giapponese, tibetano, eccetera.
Quando torna non tedia il prossimo con racconti su panorami bellissimi o personaggi folkloristici: si limita ad elencare gli effetti miracolosi dei "farmaci" locali. Alcuni conoscenti sono già finiti al pronto soccorso grazie ai suoi souvenir, ma lei non demorde. Afferma che si tratta di interazioni con farmaci, alimenti, saponette e altro di uso occidentale (tutta roba pericolosissima, dice).
Anche con lei, un buon psichiatra avrebbe parecchio lavoro da fare.

Comunque, quando ho ricevuto l'antiprurito da zanzara l'ho annusato e ho espresso il mio giudizio: puzza di pipì.
"E' possibile", mi ha rassicurata lei. Dice che nell'ayurveda l'urina ci sta, è una sorta d'eccipiente, fa pure bene; ma non si tratta di escrezioni renali umani: “no, no, no” – ripete i no tre volte, sono in parecchi a farlo – è tutta roba di vacca… sacra peraltro, mica un bovino qualsiasi privo di connotazioni divine.

Sospetto che l’informazione avrebbe dovuto farmi sentire al settimo cielo, e invece ho pensato “fortuna che non è da bere”, mentre decidevo di buttare lo sciroppo che disintossica qualcosa scritto in pali.
Stamattina sono uscita e mi sono timidamente inoltrata in un po’ di verde cittadino, così ho avuto modo di provare l’unguento. Ero al parco e mi grattavo come un macaco. Dà sollievo, è vero.
Peccato che mi si siano avvicinati dei cani che hanno attaccato ad annusarmi con una certa insistenza. I cani risultano spesso indiscreti e invadenti, ma cosa ci si può fare? Sono simpatici, gli si concede di perquisirti col naso bagnaticcio.
Ero sdraiata su una panchina e ho continuato a leggere con l'indifferenza di una vera lady, fino a quando un bastardo (per lignaggio e carattere) mi ha pisciato addosso.
Sto meditando di operare una modesta ma decisa revisione delle mie amicizie.


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