Difficoltà motorie, John Lennon e numeri del lotto



Negli ultimi tempi, le passeggiate si fanno più difficili.
La mente dilata gli spazi e cento metri li percepisco come una quarantina di chilometri. Colpa di varie sagrinazioni (parola inventata, di provenienza dialettale: in Piemonte i sagrin sono le preoccupazioni). E sappiamo quanto le preoccupazioni siano frenanti.

Tuttavia devo andare avanti con il programma di rieducazione psicofisica. 
Grazie allo sciopero delle funzioni motorie, esco e mi siedo sulla prima panchina che trovo (un giorno dovremmo tentare di capire il meccanismo per cui c'è gente che brucia le panchine, ma ora non ho la testa per occuparmi anche di questa grana).

Nei giorni di grazia, faccio incontri interessanti. Cioè incontro gente capace di distrarmi dai pensieri molesti. Colgo l'occasione con lo spirito della miracolata.
Oggi ho ricevuto una grazie perché ho incontrato il mio pusher di numeri del lotto. 
Momento di cultura generale: la prima estrazione del lotto è avvenuta a Napoli il 9 settembre 1682 (sommando e risommando la data, il risultato è 1; per qualche motivo la cosa mi entusiasma).
Io non gioco al lotto, ma mi piacciono i numeri. Soprattutto mi piace il tizio che sa convertire i sogni in codici numerici.

E' un signore anzianotto con una fetta di panza sempre di fuori, anche d'inverno. Nel complesso non è il massimo della gentilezza, ma ti ascolta meglio di uno psicoterapeuta, offre consulenze gratis e, soprattutto, ridiamo parecchio lui e io. La nostra conversazione è andata così (a grandi linee).


Io - Ho sognato di fare sesso con John Lennon.

Lui - E chi cazz'è?
Io - Un cantante e chitarrista famoso. Hai presente i Beatles?
Lui - Come no! Allora possiamo giocare il 20, fare alllllammmore, e poi?
Io - Se può aiutare Lennon è morto.
Lui - Bene! Il morto che parla.
Io - Non ha detto una parola.
Lui - Tesoro mio, io c'ho il morto che parla, quello che fotte no.
Io - Ok, ho capito. Ci sono delle limitazioni oggettive. Allora che si fa?
Ci pensa un po' stimolandosi il chakra ombelicale con il mignolo.
Lui - Giocati il 20, che te l'ho già detto, e il 16 che sta per il musicista.
Io - e la ruota?
Lui - Eravate qui a Torino?
Io - No, eravamo a Londra.
Lui (evidentemente turbato dal risvolto problematico della questione) - E' un sogno che vale niente, non ci spenderei manco un euro. Ascolta me, giocati la data di morte di sto tizio e "hai visto mai".
Io - Sì, mi pare la soluzione più sensata.
Lui - E non lo raccontare al tuo fidanzato che poi s'incazza e c'ha pure ragione.

Ci salutiamo mentre lui scuote la testa, disgustato dall'inanità del mio mondo onirico.

E poi perdo tempo a leggere Spinoza, quando ho la saggezza a tre isolati da casa.

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