Guida galattica per gli autostoppisti

Ci sono libri che fanno bene all'umore. Sono quelli che rileggo nei periodi "no", quando l'ansia tormenta senza ritegno e la depressione sembra così vicina da poterla toccare.
Nella libreria di casa mia occupano uno spazio tutto loro, tipo armadietto del pronto soccorso, così se arriva un attacco d'angoscia improvvisa non perdo tempo e agisco subito.

Tra questi, un posto particolare è dedicato ai romanzi di Douglas Adams, autore inglese trapiantato in America, con un senso dell'umorismo unico nel suo genere.
La sua opera più famosa è Guida galattica per gli autostoppisti, scritta nel 1979.
Amo leggerla perché è la storia di un viaggio che non potrò mai fare, ma non a causa dell'agorafobia; e già questa la trovo una gran consolazione.

Fantascienza umoristica: sembra d'essere sull'Enterprise, ma al posto del capitano Kirk, Spock (ho già detto che aspiro a portare la mia emotività al livello di quella di un vulcaniano?) e compagnia bella, qui abbiamo un equipaggio di squilibrati che girano allegramente per l'Universo. L'unico a non mostrare troppa baldanza è un robot programmato per essere depresso e astioso verso qualsiasi marchingegno o essere vivente dall'umore quantomeno stabile.

Il romanzo è un'icona del mondo nerd, ossia di quei tizi dall'aspetto insignificante e tendente al bruttino che compensano la scarsa avvenenza con ossessioni preoccupanti per le nuove tecnologie.
Io non capisco un accidente di tecnologia (nuova o vecchia che sia), però la Guida mi appassiona in modo allarmante.
Sarà che il libro di cui parla (sì, è un libro che parla di un libro) presenta sulla copertina la scritta Don't Panic. La mia edizione ha anche l'adesivo che si può staccare e appiccicare, che ne so, ad esempio sullo specchio. 
E comunque è bello, divertentissimo e innegabilmente antistress.

E' vero che inizia con la distruzione del nostro pianeta, ma a volte anche questa immagine regala un discreto relax.
Aggiungerei un'altra informazione preziosa: se piace, si può leggere tutta la saga, cioè altri cinque romanzi che non rivelano alcun calo di prestazione da parte dell'autore.
Ora vi copio l'incipit, e poi vedete voi.

"Lontano, nei dimenticati spazi non segnati nelle carte geografiche dell'estremo limite della Spirale Ovest della Galassia, c'è un piccolo e insignificante sole giallo. A orbitare intorno a esso, alla distanza di centoquarantanove milioni di chilometri, c'è un piccolo, trascurabilissimo pianeta azzurro-verde, le cui forme di vita, discendenti dalle scimmie, sono così incredibilmente primitive che credono ancora che gli orologi da polso digitali siano un'ottima invenzione". 

Promemoria: Guida galattica per gli autostoppisti di Douglas Adams, Ed. Piccola Biblioteca Oscar Mondadori.

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