Macachi, falene, bradipi e parecchio stress



Mi sono fermata a pensare e ho scoperto che comunque penso anche in movimento.
Pensare è un'attività lodevole e auspicabile; chi si limita in tal senso di solito ha lo sguardo vacuo e la dialettica del macaco, con tutto il rispetto per il macaco.
Direi di ricordare che le femmine di un gruppo di macachi si supportano a vicenda nelle diatribe con altre femmine, e questa è una cosa bella che ha tutta la mia stima. Tuttavia, capita che si lancino tra loro gli escrementi per futili motivi  (più i maschi, se ricordo bene), che si potrebbero risolvere con un incontro chiarificatore al bar o in una sala riunioni di qualsiasi centro congressi.
Quindi, mettendo sulla bilancia i pro e i contro, possiamo affermare che lo status di "umano" è persino preferibile a quello di "macaco".

Già che ho preso la via dell'etologia, posso tranquillamente infilare nel testo che, durante i miei pensieri da ferma, mi sono accorta di agire come una falena. Animaletto che trovo grazioso, nonostante tenda ad essere acusticamente fastidioso; ma lo siamo anche noi, e ben di più, è inutile tirarsela da esseri superiori e guardare con compatimento in direzione del macaco e della falena.

E' ovvio, quasi superfluo ritornarci su, che il mio pensiero non si sia fermato lì, ma sia poi evoluto in un'analisi costruttiva per il futuro, con anche dei progetti degni di nota.
Così ho deciso che smetto di fare la falena che sbatte contro la lampadina, che tanto non mi illumino e brucio quel poco d'ali rimasto. 
Per quanto possibile applicherò il principio del bradipo... che sarà buffo da vedere, sembrerà anche un po' tonto, ma al suo pranzo ci arriva ugualmente e si evita la gastrite da stress.

Nel frattempo voglio fare come la femmina del macaco e difendere le mie amiche da altre femmine. Se si presenta l'occasione.

E' un  periodo molto stressante.


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