Scaramanzia o ossessione?



Da un articolo illuminato e un tantino seccante scopro che la superstizione, con i suoi deliziosi riti, è segno di qualcosina che non va (stamattina uso diminutivi a iosa, tanto per minimizzare l'entità del problema; anche questo è calcolato, qui è tutto calcolato, nulla è lasciato al caso. Io un po' sì, ma non non per questo mi lascio condizionare in fase di scrittura).

A dirlo è uno psichiatra o uno psicologo, di cui ho dimenticato il nome e la qualifica, non trovo più l'articolo, però nella foto portava gli occhiali e aveva l'aria da saputello... il che depone a suo favore, per carità.
Questo tizio, che da qui in poi chiamerò L'Esperto, tanto per capirci, sostiene che i gesti scaramantici sottintendono la paura di perdere di perdere il controllo e a volte (forse lui ha detto "spesso", tanto per crearci più di una preoccupazione) si trasformano in ossessioni.

Ricordate quando da piccini si tentava di non calpestare le righe? Spero l'abbiate fatto, è una delle classiche e imperdibili gioie dell'infanzia, sarebbe un vero peccato essersela persa.
Comunque, il pensiero dominante era "se becco la riga (una crepa nell'asfalto, la linea di confine di una mattonella, eccetera), accadrà qualcosa di terribile"; bella l'infanzia, eh?

In quel caso era normale, tuttavia se si continua a farlo a trentasei anni e oltre è il caso di porsi qualche domanda, o di porla a uno specialista... meglio ancora se è L'Esperto di cui non ricordo il nome.
Ma non ci fermiamo qui, anche fare le corna, sputare tre volte a terra (me l'ha insegnato un caro amico napoletano, ma cerco di non farlo per questioni d'igiene), toccarsi le parti intime (funziona solo per gli uomini; è un caso di discriminazione sessuale e ce ne sono parecchi altri, anche se non siamo qui per fare polemiche), strofinare un oggetto di ferro, e chi più ne ha più ne metta, può essere la manifestazione di una certa nevrosi.

L'articolo mi ha fatto ricordare una cena con amici (fonte d'ansia, c'è niente da fare: fa piacere, ma fa anche ansia) in cui sono riuscita ad affermare che non sono superstiziosa. Ho persino infierito sull'assurdità del fenomeno. Il tutto ben argomentato. 

Poi ho fatto un breve elenco di ciò che tuttavia mi premuro di evitare: indossare perle, accettare regali che pungono (tipo spille) senza dare in cambio qualche spicciolo, tenere sul tavolo una pagnotta rovesciata o posate incrociate, guidare dietro un carro funebre vuoto (stringo il volante solo con indice e medio di entrambe le mani; si rischia un incidente, lo so), fare cadere il sale (si può porre rimedio gettandone un pizzico dietro la spalla sinistra), tenere in casa fiori recisi, fissare negli occhi persone genericamente astiose, permettere alle forbici (va bene anche un tagliacarte) sulla scrivania di stare puntate verso di me... 

È seguito un lungo silenzio a cui ho cercato di porre rimedio con un convinto (perché ne sono tassativamente convinta) "gli animali non portano mai sfortuna, non importa quale sia il loro colore, ho avuto ben due gatti neri e tutto andava a meraviglia; è la gente che emana energie negative, astiose, purulente, potenzialmente letali. Non pensate agli zingari, quella è un'infame diceria, dimentichiamo gli zingari, le fissazioni sono una brutta roba".

Tuttavia, in quanto a gesti scaramantici, mi limito a tenere il volante con le dita a corna, spargere a pioggia i maneki neko per la casa (sono i gatti giapponesi dell'immagine) e strofinare un amuleto che porto sempre al collo; visto come sono messa, direi che non funziona un granché.
Mi rassicura un po'... è questo che conta.


Commenti

Post popolari in questo blog

Lavoro a domicilio: vince il sesso

Ne usciremo migliori? Ciau bale!

Agorafobia e taglio dei capelli