Strategie non convenzionali per affrontare i problemi
Ci sono, essenzialmente, due modi per affrontare i problemi: affrontarli o non affrontarli.
Non esiste la via di mezzo, purtroppo. Cioè, per esserci c'è, ma ritengo sia più dannosa dello stare a zampe all'aria a trastullarsi con il magone.
Il magone spinge al trastullo, lo so; così come predilige il procrastinare, l'inedia e l'autocommiserazione... tutte cose che vanno bene se non si ha altro da fare.
Io, piuttosto, spreco qualche ora alla Play Station, ma non mi lascio accalappiare dalla via di mezzo.
Ora, quanti di voi apprezzano le filosofie orientali (me compresa) sanno che la Via di Mezzo è il sentiero che conduce alla cessazione della sofferenza. Lungi da me contraddire il Buddha che, almeno in quanto saggezza, mi dà tanti di quei punti che posso ritirare alla cassa un set di pentole e anche un affumicatore professionale. Tuttavia, sono certa che anche lui mi avrebbe dato ragione in questo caso specifico, tenendo conto che non possedeva la Play Station.
Affrontare i problemi è una grana colossale: c'è la paura di sbagliare, di prendere un abbaglio, di aggiungere nuove seccature alle pregresse, di combinare un guaio irreparabile.
Dovrebbero dotarci del libretto d'istruzioni fin dalla nascita. Su questo potremmo lavoraci, ne risulterebbe un'opera utile e un grande successo editoriale, che quantomeno risolverebbe la rogna delle bollette da pagare.
Non parliamo di quando tutto questo marasma s'inserisce in uno stato depressivo e quindi si sentono le energie che indugiano sulla linea dello zero; già si fatica ad alzarsi dal letto, figuriamo cosa significa affrontare a passo sostenuto il sentiero in salita dei problemi.
Come sempre non ho la ricetta per affrontare le grane. Io mi limito a contarle e poi suddividerle in cellette (tipo foglio excel, per capirci): da un lato le grane grosse, quelle che tolgono il sonno e generano l'Angoscia con la A maiuscola; dall'altro quelle piccoline ma fastidiose come zanzare. In mezzo infilo quelle sulle cui dimensioni non so decidere.
Si parte con le piccole e si pensa a un piano o anche due (avere il piano B dà un po' di respiro, lo insegna anche il grande schermo... in tutti i film d'azione c'è un piano B, fateci caso. E noi d'azione ne abbiamo parecchia, anche se non sembra). Quindi si prova ad applicare la soluzione; senza intestardirsi: se non funziona si passa al piano B, lo abbiamo tirato in ballo apposta.
Poi si lavora allo stesso modo con tutto il resto.
Io ho risolto due o tre problemucci. Per il resto, vi confesso che dopo averci provato con scarsa fortuna me ne sto a zampe all'aria a trastullarmi con il magone. Ma sapete quanto sono pigra.
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