Ci mancava solo Lucifero

Facendo un giro sui social, ho appurato che molti hanno scoperto che fa caldo e tendono a darne notizia a chi ancora non lo sapesse.
Allarme spoiler: tra quattro o cinque mesi qualcuno ci farà sapere che fa freddo.
Un servizio socialmente inutile, persino un po' dannoso. 
Nutro sempre la convinzione che sia meglio ignorare i problemi o dribblarli con abili stratagemmi. Io non ne ho sviluppato alcuno degno di nota, ma quanto il caldo è troppo caldo, leggo romanzi ambientati in scandinavia (d'inverno); non sembra, ma le descrizioni di quei luoghi a 20 gradi sotto lo zero, regalano un po' di benessere.

Un po', purtroppo, una sensazione a breve termine. Meglio di niente.
Ma perché mi sono accodata anche io alla folla che sottolinea un'ovvietà?
Perché, per chi soffre di attacchi di panico, il caldo intenso è come buttare benzina sul fuoco (appunto).
La sensazione di stordimento, intorpidimento, rincoglionimento, oltre alla nausea, alle vaghe difficoltà respiratorie e ai capogiri da pressione che vira verso l'abisso (ossia tutto il battaglione di indizi da botta di calore) somigliano tanto alle avvisaglie di un attacco imminente, che praticamente è già lì.

Ecco che chi si somiglia si piglia. Il panico vive da re nell'afa, si nutre della fame d'aria che coglie anche chi non ha mai avuto un attacco.
Pensare che quando la gente va in vacanza, la città sarebbe più affrontabile: strade abbastanza deserte, minore inquinamento sonoro, negozi vuoti.

E infatti ieri ho fatto un giro al mercato, che di solito è affollato di umanità e carrellini che passeggiano sull'alluce (peraltro reso assai vulnerabile dalle calzature estive; il mercato abbinato alle infradito è un'esperienza parecchio dolorosa).

Ovviamente, ad un certo punto, ho temuto seriamente di svenire. Tuttavia ho avuto la prontezza di ancorarmi a una bancarella di vestiti, magliette, eccetera (un pezzo per 2 euro, tre pezzi per 5 euro): ho pensato che svenire su una montagna di indumenti, quantomeno avrebbe attutito il colpo.

Non sono svenuta (il panico alza la pressione, o almeno così dicono), è quasi impossibile svenire durante un attacco. Il "quasi" mi atterrisce, ma cerco di non pensarci.
Comunque sia, ho acquistato un vestitino molto grazioso e ho scattato una foto... per ricordare quanto sia bello un luogo la prima volta che lo vedi quasi vuoto e come sia piacevole tornare a casa con l'alluce integro, unghia compresa.

PS C'è anche chi, con 37 gradi all'ombra, fa jogging... viene da chiedersi chi di noi ha maggiore bisogno di un bravo specialista per la mente.

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