Stephen King, fobie e la libreria che non ritroverò più

Mi sono persa. Capita spesso. Pessimo senso dell'orientamento, memoria lacunosa, ansia distraente. Mi perdo ovunque: in centro, in periferia, dietro l'angolo, in un bicchiere d'acqua.
Mentre mi trovo in una via che potrei giurare di non aver nemmeno mai immaginato, e non vedo la punta della Mole (la uso tipo stella polare per i marinai), scorgo un negozio minuscolo stipato di (da, con) libri usati. Eccellente elemento distraente dall'ansia, perché quando smarrisco la strada sale sempre una punta di panico, non ci sono santi.

Il negoziante ha l'aria assonnata, sfatta e distratta: meglio di una benzodiazepina. Mi guardo attorno, mi confondo e intanto chiacchiero con me stessa e con l'uomo stanco. Gli dico che Douglas Adams è morto (da almeno un decennio, ma non mi sono ancora ripresa del tutto), che gli scrittori che mi piacciono tendono sempre a morire. Lui risponde che forse è un complotto.
Risposta esatta. Ok, abbiamo creato un legame.

- Oggi mi sento temeraria: proverei uno Stephen King. Non ho mai letto nulla di suo e amo la tensione... ci vivo dentro da anni, è come essere a casa.
Dopo avermi chiesto se voglio un'edizione di lusso o un economico in pessime condizioni, decidiamo (insieme, perché ormai siamo un'anima sola) che tutto il mio essere è predisposto all'economico. E anche alle pessime condizioni.
L'uomo stanco mi mette davanti a uno scaffale e io mi sento nuovamente persa e con l'ansia.

- Lei li ha letti?
- Tutti - risponde senza traccia d'orgoglio. E' stanco, gira così.
- Allora facciamo una cosa: mi consigli il più bello.
Inizia a confabulare con i dorsi dei volumi. Ne tira fuori uno, c'è un certo entusiasmo.
- Questo è quello che mi è piaciuto di più.
Osserva, con l'amore di un padre, la copertina de La metà oscura.
- Mica è quello con il clown? Io ho il terrore dei clown. E dico terrore, forte di elementi comprovanti molto convincenti.
- No, è un altro.
- Ho anche paura dei pozzi. Anche se ho visto due volte The ring. Mi ha spaventata, ho dormito male, incubi a non finire. Tutte e due le volte.
- Non mi pare di ricordare un pozzo - Non si scompone, anzi sfoglia il libro per rinfrescarsi la memoria, io al suo posto avrei liquidato la cliente con una frase del tipo "si compri Liala e non rompa le palle". Ma lui è un uomo gentile. Stanco e gentile.

- E' convinta? - mi chiede con un'apprezzabile dolcezza.
- Sì, andata! Finirà che ci troverò una nidiata di ragni, ma ho cinquant'anni, è tempo che superi le mie fobie.
- Questo è l'atteggiamento giusto.
Ho in mano il volume economico in pessime condizioni, gli voglio già bene.
- Sarebbero 4 euro, le faccio 3, così se le piace torna a prendere gli altri.
- Se mi piace, Stephen King morirà come tutti gli altri - ci credo mentre lo dico.
- Beh, ne ha scritti parecchi. Anche se dovesse morire, di roba da leggere ne ha parecchia.

Ci sorridiamo con entusiasmo e con una sorta di speranza sul futuro della letteratura.
Ora penso che probabilmente quella via non la ritroverò più. Ma se tutto va bene, un giorno o l'altro, mi ci perderò.

A casa, vedo che nella prima pagina c'è una dedica, mi spiace un po' che la persona per cui è stata scritta abbia venduto il libro, ma non ne voglio fare un problema mio. Bella grafia, buona scrittura. L'ultima frase dice: "Freud insegna, King dimostra..."
Mi piacerà.

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