La ripresa delle passeggiate

Finito il caldo, archiviata l'estate con i suoi miasmi cittadini, la mia volontà ha raddrizzato la schiena.
Mento in alto, sguardo fiero, la mente sta nuovamente accompagnando il corpo nelle sue passeggiate quotidiane.

Vi confesso che mi aggiro per le strade con un cronometro in mano, il che pone un po' in ombra lo sguardo fiero. Ma in un'ottica generale, questo dettaglio risulta abbastanza irrilevante.
Inoltre, ho scoperto che un velo di rossetto sulle labbra contribuisce a incrementare il coraggio e l'interpretazione di questo dato direi di lasciarla a uno specialista. Io ho deciso di smetterla di pormi domande sul perché e per come, lascio che la mente faccia le sue scelte senza muovere obiezioni; ormai è grande, è tempo di darle fiducia. Sia chiaro che a mezzanotte la voglio a casa, senza discussioni.

Tempo minimo di percorrenza: 30 minuti.
Mezzora sembra un soffio, ma certi giorni è un'eternità.
Il minutaggio non è sparato a caso, segue le direttive dell'Organizzazione Mondiale della Sanità in tema di lotta alla sedentarietà, stili di vita virtuosi e altre cosucce del genere. 
Trenta minuti di fitwalking al dì (non chiedetemi lumi su questa disciplina, ho deciso che si cammina con un'andatura che è una via di mezzo tra il bradipo e il centometrista olimpico), proteggono da un catalogo di malattie. 
Lasciamo perdere che poi fumo come un comignolo.

D'altra parte non lo faccio per le coronarie, a cui comunque auguro ogni bene, ma per abituare la mente a uscire da casa. 
E ogni giorno mi sembra di patire di meno l'esposizione al mondo.
No, non è vero, ci sono i momenti buoni e quelli in cui l'agorafobia mi seppellisce con ricorsi di vario genere: faldoni di paure, recriminazioni... c'è materiale per un processo che può durare decenni e sforare nella decorrenza termini.

Ora le ho consigliato di trovarsi un buon avvocato, perché sono per niente disponibile a patteggiare.
Vediamo quanto dura.

Un po' di rossetto, prendo il cronometro e via.


  


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