Poi c'è Harry Potter

- Dovresti, in quattro righe non di più, riassumermi Harry Potter - disse la romana.

- Sticazzi - rispose la torinese.
Perché mentre si scrive, a volte i dialetti vanno a confondersi.

Questo è un estratto della comunicazione tra Patrizia (di lei vi ho già parlato: un'amica ineguagliabile, con cui mettiamo in piedi progetti perlopiù inattuabili; ma ci si diverte) e me. E da qui parto per il consiglio di lettura di oggi, ammesso che qualcuno non abbia ancora affrontato la questione "Harry Potter" e sia disposto a farlo ora.

Lo so, siamo grandi; fin troppo, per quello che mi riguarda. 
Ho iniziato a leggere Harry Potter a un'età ragguardevole e solo perché un'amica mi aveva regalato i primi due volumi, insistendo sulla qualità dell'opera. E' stato un buon Natale e, nonostante le resistenze iniziali, mi sono innamorata subito di questa saga che pareva finire mai... poi è finita e mi è dispiaciuto. Insomma, persino in un periodo molto agorafobico, ricordo d'essermi recata in libreria con un certo anticipo rispetto all'apertura per garantirmi la copia (non ricordo esattamente di quale volume, forse il terzo) in uscita per quel giorno. Se non è amore questo.

A chi lo ha già letto chiederei di riflettere su quanto i "Dissennatori" siano uguali come due gocce d'acqua a un attacco di panico. So che l'autrice, J.K. Rowling a cui darei il Nobel per la letteratura, ha sofferto di depressione (e si vede nei romanzi, direi), ma potrei scommettere che un po' di panico l'ha provato e poi ha inserito i sintomi nella descrizione di quegli essere mostruosi.
Guardate un po' qui:
"Se ti avvicini troppo a un Dissennatore, ogni sensazione piacevole, ogni bel ricordo ti verrà succhiato via. Non ti rimarranno altro che le peggiori esperienze della tua vita"
Ringrazio il sito potterpedia.it per avermi evitata la fatica di rintracciare e copiare il brano da uno dei 7 tomi.
Aggiungiamo che il povero Potter va in iperventilazione con conseguente svenimento due o tre volte incontrandoli (non i tizi del sito, i Dissennatori). Eh, che vi dicevo?

Per chi non avesse mai incrociato sulla sua strada l'opera della signora J.K., farò un breve riassunto della trama. Se vi sembra una bazzecola, provateci voi a fare stare in venti righe ben 3.678 pagine; in "quattro, non di più" non ce l'ho fatta; a tutto c'è un limite. 

Trama di Harry Potter alla mia maniera
Nemmeno Dickens in attacco depressivo sarebbe riuscito a “partorire” un bimbo così perseguitato dalla sventura come Harry Potter.
E’ ancora in culla, a bofonchiare sillabe sconnesse e già afflitto da una miopia non comune, quando un mago cattivo come il tetano (tale Lord Voldemort) gli trucida i genitori. I pochi parenti che gli restano sono delle carogne.
Ovviamente la vittima designata era lui, tanto per assicurargli, oltre al resto, un eterno carico di sensi di colpa.

A ricordo della giornata pesantuccia, il mago gli lascia un’antiestetica cicatrice sulla fronte che lo condanna ad esibire a vita una frangetta alla Paul McCartney.
Di buono c’è che il frugoletto sa parlare il serpentese e per un bimbo solo, triste e bisognoso d’affetto deve essere una grande consolazione sapere di poter colloquiare, al bisogno, con un crotalo.
Harry vive con zii e cugino iperfagici prandiali (binge eaters, se preferite), anaffettivi, sadici, nevrotici e inclini a manifestare altri interessanti disturbi della personalità acuiti, a loro modesto parere, dalla presenza del parente. Va da sé che l’odio verso Harry si estenda per casa come una rete Wi-Fi.

Insomma, un marasma di sfortuna che, come perlopiù accade anche al di fuori della finzione cinematografica e romanzesca, tende ad essere contagiosa.
Tuttavia il nostro eroe è un grande mago (altrimenti non si spiegherebbe perché sia il nostro eroe e non un semplice sfigato come tanti). Ha del talento il ragazzo. Ci impiega parecchio a capirlo (anche l’autostima gli fa difetto), ma nella scuola di Hogwarts tutti ne sono consapevoli. Per chi non ne fosse informato, Hogwarts è una sorta di collegio per streghe, oracoli, esperti di macumbe, eccetera, in età scolare.

Così il piccolo, povero, miope e con frangetta beatlesiana Harry Potter, finalmente si fa degli amici (compresa una civetta, tanto per dare una mano alla fortuna) tanto devoti da sorvolare sulle inquietanti iatture dovute alla sua vicinanza: Hermione e Ron, che in fase adolescenziale inizieranno una tresca destinata a felice conclusione (ma non siamo qui per fare gossip), lo accompagnano in ogni avventura, fedeli e impavidi alleati contro i nemici.
Perché se Harry ha due amici, e qualche fan, il numero dei nemici non si conta. E, badate bene, qui si tratta di gente che tira ad ucciderlo mica a rubargli la merenda o calpestargli le lenti. I bambini possono essere terribili. 

Aggiungiamo che Potter è il cocco del preside di Hogwarts… sono cose che creano controversie tra maghetti armati di bacchette e incantesimi potenzialmente letali.
La saga, otto film per sette libri, finisce bene. Muore uno sproposito di gente a cui Harry voleva un gran bene (ovvio), ma l’happy ending c’è. Insomma. Diciamo che per uno perseguitato da una sfiga titanica, va alla grande.

Anche considerando che nella storia di Harry Potter nulla è come sembra, Londra compresa.








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