Ai lettori del Belgio

Come chiunque abbia un blog piccolino, minuto, una roba che ci potremmo bere un tè tutti insieme (sarebbe bello, peraltro), spesso vado a curiosare tra le statistiche dei post.
Naturalmente, la maggior parte dei lettori vive sul suolo italiano, dimostrando così, oltre a un invidiabile gusto letterario, anche un notevole coraggio e spirito di sopravvivenza.

Secondi in classifica gli americani che, come sappiamo, leggono molto e quindi godono di tutta la mia stima.
Ma il dato che più m'incuriosisce è il numero, costante e inalterato, di belgi. Qualcuno sostiene si chiamino belghi, ma il mio intuito infallibile e soprattutto il correttore automatico mi suggeriscono trattarsi di un errore da principianti.

So che in Belgio vivono molti italiani, come in qualsiasi altro angolo del mondo... sempre per la questione del coraggio e dello spirito di sopravvivenza; ma so anche che si tratta di uno Stato non molto grande con circa 10 milioni di abitanti (sono andata a chiedere a Google; nel frattempo ho verificato la questione "belgi o belghi" e il motore di ricerca mi dà ragione).
Che non si pensi (malignamente, aggiungerei) che si tratti di miei parenti. Ho consanguinei solo in Argentina, prova ne è il fatto che mai si è palesato un lettore in quel Paese.

Complice il fatto che amo Hercule Poirot, investigatore belga (sul singolare andiamo tranquilli) creato da quel gran genio di Agatha Christie, pensare di essere letta da quel popolo che ha dato i natali a straordinari scrittori e a Magritte, mi fa piacere. Ci gongolo, ecco.


Anche la ventina di lettori quotidiani dalla Tunisia e dalla Polonia (qui ho un caro amico che sospetto mi abbia fatto pubblicità), mi riempiono d'orgoglio; e aggiungo che abbraccerei il peruviano, solitario e adorabile, che fedelmente mi accompagna.
Tutti carini, li sto salutando con la manina in stile Regina Madre (cioè come se stessi avvitando una lampadina o spremendo un limone inspiegabilmente sottosopra).

Nota dolente: rarissime incursioni dalle terre d'Inghilterra e Irlanda, che, con la Scozia, costituiscono il mio sogno per la prossima vita.
A proposito, mai giunto in questo luogo uno scozzese. Fortuna vuole che il mio carattere non conosca risentimento e permalosità, ma suvvia, qualcuno a Edimburgo o nelle Isole Shetland potrebbe anche passare per un rapido salutino. Anzi, ora metto la Scozia tra i tag... che sappiano!

In virtù di ciò che non alberga nel mio carattere, appena mi potrò muovere con maggiore libertà, snobberò il Regno Unito e mi concederò una lunga vacanza nell'ospitale Belgio. E non è detto che poi non decida di fermarmi lì, perché il coraggio e lo spirito di sopravvivenza li trovo un po' fiaccanti.

Concludendo, saluto caramente e con affetto i lettori belgi (che per alcuni sono belghi). Grazie per la compagnia.

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