fuori dalla memories avenue
Oggi pensavo che è folle analizzare ogni comportamento e ogni pensiero. Poi ho iniziato a notare che stavo analizzando il mio analizzare. Ne sono uscita per un pelo.
L'autoanalisi, l'analisi in generale, è cosa buona e giusta, ma se il lavoro parte da basi errate si finisce con la catastrofe dell'umore.
C'è poco da fare, l'ansia patologica è una cattivissima consigliera; mette in fila tutti i pensieri come fossero tessere del domino. Poi s'inciampa in un ricordo molesto e parte l'effetto go-down.
Qualche giorno fa teorizzavo che da qualche tempo sono men depressa, o almeno non con effetti psico-fisici così evidenti, perché non ho tempo.
L'ho sparata così, una battuta per tacitare domande insistenti.
Oggi, che ho un po' meno da fare, mi ritrovo a rifletterci e intravedo quantomeno una mezza verità.
L'impegno a lottare per piccole e grandi grane quotidiane, certamente non rende più sereni (anzi), ma allontana la sequenza devastante di ragionamenti che fanno cadere senza grazia le difese della mente.
Da qui parte un altro collegamento, con conseguente consiglio: mai fare il bilancio della propria vita, a meno che non si prevedano risultati più che soddisfacenti (se ci si pensa troppo, passa anche la soddisfazione, qualche pecca si trova sempre).
E' inutile per un sacco di motivi, primo dei quali è il fatto che tanto gli errori del passato non si possono correggere.
Qualcuno potrebbe obiettare, forse con ragione, che dagli errori s'impara.
Sbagliando s'impara, dice la saggezza popolare.
Vero. Tuttavia, o la lezione viene assimilata sul momento, altrimenti, a posteriori, diciamo pure dopo decenni, ci si sente dei cretini per non aver preso gli opportuni appunti (o esserseli fatti passare dal vicino di banco) a tempo debito.
Inoltrarsi nei viale dei ricordi per recriminare è un puro atto di masochismo.
Il viaggio nella personale memories avenue, o peggio sul sunset boulevard, è un volo low cost dove ci servono noccioline sciapide e perdono i bagagli; insomma, il preludio a una vacanza di merda.
Le scelte fatte nel passato erano comunque per noi giuste, non ci piove. Che poi fossero sbagliate... eh, amen.
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