Gli inganni della memoria in un bel romanzo

"Non farti ingannare," mi diceva quando riflettevamo sul mondo disordinato che ci circondava, "non farti ingannare. C'è più vita nelle cose improbabili e ipotetiche, ricordalo."

Qui abbiamo un romanzo invernale, fidatevi. 
Sarebbe un grossolano errore o comunque un vero peccato leggerlo sotto l'ombrellone, al mare, intontiti dalla canicola.
Mariotta la quarta Bambina di Nadia Bertolani è una lettura da plaid sulle gambe e cioccolata calda, neve fuori dalla finestra e mente vigile.

Serve anche una certa capacità di distacco, perché se ci si fa tirare dentro (e quelle pagine lo fanno) s'impiega un bel po' per tirarsene fuori.

Questo romanzo mi è arrivato tra le mani per gioco (in effetti, l'ho vinto) e per un po' sono rimasta a guardare la bella bimba bionda, che intima o consiglia di tacere, emergere dallo sfondo nero della copertina. Mi è parsa attraente e inquietante; ho poi scoperto quanto dettagliatamente riassumesse la storia narrata all'interno.

Ho iniziato a leggerlo di sera, tanto per farmi un'idea, e dopo due ore mi sono preparata una teiera da sei tazze di quel tè che mi piace tanto ma acuisce la tachicardia. Ho provato a metterlo da parte per continuarlo il giorno successivo; mi dicevo "solo un capitolo e basta, si va a dormire". Appena mi concedevo una pausa mi ritrovavo distratta e se provavo a dormire sognavo ricordi infantili non miei, oppure intrecciati a volti di un passato famigliare. Quindi, teina e tutto in una tirata.

Il fatto è che questo è un romanzo psicologico... non è una questione di genere, è che entra nella mente e costringe a impegnare un po' di tempo per elaborarlo completamente, insieme ai propri demoni legati a un'età che dovrebbe essere felice ma purtroppo non per tutti lo è.

La protagonista è Fiammetta, donna matura che ha perso memoria della propria infanzia, la quale pare riaffacciarsi solo in un incubo ricorrente, uno di quei sogni che ti perseguitano anche a mente sveglia. A nulla serve l'aiuto del saggio marito e di un medico: una fetta importante di ricordi pare chiusa dietro a una porta blindata.
Con la scusa di un premio letterario, Fiammetta viene ricondotta nella sua città natia dove iniziano a riaffiorare i pezzi di un puzzle complesso e inquietante.

Non mi spingo oltre con la trama perché rischierei di rovinare alcuni colpi di scena degni di seguire il ritmo della narrazione letteraria.
A parte l'indubbia originalità del racconto, mi ha colpita la scrittura elegante, raffinata, perfetta, come un sussurro dolce che tuttavia sovrasta qualsiasi altro suono.
Non c'è una parola fuori posto, sarebbe impossibile trovare sinonimi più pertinenti. L'impressione ideale che ne ho tratto è che l'autrice abbia scritto il romanzo tutto d'un fiato, con un pennellino sottile, inchiostro nero come la notte, su fogli di pergamena.

Ammetto che sono stata presa in ostaggio dalla storia; per qualche motivo mi ha turbata più di quanto desiderassi. Pochi libri mi hanno fatto questo effetto.
A fine lettura ho sfogliato anche le pagine bianche. 
Ecco, è uno di quei romanzi che si fa fatica a lasciare andare.

Mariotta La quarta bambina di Nadia Bertolani (IlMioLibro)

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