La faccenda dei commenti

Avviso: se non avete tempo da perdere, iniziate a leggere dalla scritta rossa, in grassetto, a fondo pagina.

 Non sono una persona cattiva, giuro. E nemmeno permalosa... aspettate, un po' sì, ma mi offendo solo quando mi si prende in giro per il rotacismo (qui me la sono tirata da quella che sa; la tipa che in cinquantanni non ha imparato a pronunciare la erre, ma non per mancanza di cultura). A tal proposito vorrei fare sapere al formaggiaio, il quale davanti alla richiesta di un pezzetto di parmigiano si è piegato in due dal ridere perché, a suo parere, parlo uguale ai topini dello spot Parmareggio, che non mi vedrà più (anche perché quella pepita di formaggio l'ho pagata talmente cara che sto decidendo se grattarla sulla pasta o portarla dal gioielliere per farla incastonare in un anello di platino).

Qui non mi sentite, la erre non appare, quindi giuro che nulla di ciò che mi si dirà in futuro potrà provocarmi giornate di rancore accecante.
Perché ho fatto questa introduzione, peraltro abbastanza prolissa? Innanzitutto perché appartengo alla categoria di quelli che prima di arrivare al punto si perdono su strade secondarie e fanno tre volte il giro della rotatoria, perché della segnaletica è meglio fidarsi con cautela; poi perché sono prolissa.

Il problema che vorrei affrontare appena smetto di pensare alle rotatorie che, ammetterete anche voi, sono per loro natura parecchio distraenti, è quello dei commenti su questo blog.
Mi è stato segnalato che non tutti possono commentare, soprattutto se hanno l'idea di confutare le mie tesi (tra l'altro, sia chiaro, me le confuto da sola appena le scrivo; avrete sicuramente notato che mi contraddico a righe alterne, come se rispettassi un'ordinanza municipale per ridurre la quantità di polveri sottili nel cervello; che definirle sottili è un atto d'autoindulgenza non da poco).
So di dare una delusione a qualcuno, ma la realtà è che non leggo nel pensiero; nemmeno nel mio, per dire. Ne risulta che non potrei cancellare qualcosa che non è ancora stato scritto. Mi piacerebbe, lo confesso.

A chi mi ha rintracciata su Facebook ho già risposto privatamente sulla natura del fenomeno per cui pochi possono commentare i miei post.
Non lo so.
Ammetto la mia ignoranza, e una punta d'inettitudine alta un pochino più del K2. Non lo so.
Sto anche gesticolando: braccia larghe e mento incassato nel petto di chi ignora tutto e qualcosina di più.
Sono andata sull'icona degli strumenti e ho aperto le porte persino a chi vuole pubblicare concetti che il provider (ho scritto "provider", ma non fidatevi sulla parola) consiglia di bannare (idem con provider).

Sto ascoltando i Doors: che meraviglia! Mi godo un attimo questa rotatoria.

Un amico che di computer ne capisce, mi dice che si tratta del tipo di piattaforma che ho scelto.
Allora, quando ho deciso di aprire il blog, mi sono informata. Ho capito poco ma ho studiato tanto.
C'erano due proposte (no, ce n'era un'infinità, ma mi sono limitata alle due accessibili anche a menti basiche, quelle che da un anno tentano di togliere il calendario dal desktop del computer, per capirci).

Una offriva interessanti opportunità grafiche, spazio che ci potevo infilare anche l'armadio di mia nonna, scelte illimitate, successo che la Ferragni finisce per chiederti ospitalità, e persino un'assistenza 24 ore su 24. L'altra era gratis.
Sono stata ferma qualche giorno a ragionarci, come consigliavano gli esperti online. Mai prendere decisioni sull'onda delle polveri sottili. Ho immaginato una bilancia e per quanto mi sforzassi, il piatto gratis sembrava occupato dal meteorite che ha estinto i dinosauri, più una dozzina di T-rex tanto per aggiungerci qualche tonnellata che fa sempre comodo.
Io qui mi ci trovo bene, per una volta posso stare in un posto senza pagare l'affitto. Inoltre, se cambiassi indirizzo ora, rischierei di perdermi il lettore peruviano, oltre ai polacchi che stanno superando in numero gli americani, e tutti gli altri a cui ormai voglio bene (sul serio, non scherzo).

E dopo un'infinità di strade secondarie, arrivo al punto.
Potevo iniziare da qui. Anzi, ora ci piazzo il grassetto e avviso fin dall'inizio che per non perdere tempo si può iniziare la lettura da QUI (in rosso si vede anche meglio). fatto!
Per fattori indipendenti dalla mia volontà, i post possono essere commentati solo previa iscrizione a qualcosa o apertura di un account da qualche parte.
Mentre me lo spiegavano ho annuito tanto ma non ho preso nemmeno un appunto.
La direzione, cioè io, si scusa per il disagio.





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