Pillola rossa o azzurra. Matrix e il panico

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Ieri sera ho rivisto per la settima/ottava volta il film Matrix (il primo della serie e, per me, l'unico).
Gran bella pellicola, sceneggiatura che può solo ispirare un inchino, Keanu Reeves è Keanu Reeves, non c'è altro da dire.
Ho appurato di ricordare a memoria la maggior parte delle battute; so che non è un dato significativo, ma per una come me, convinta di soffrire tra le altre cose di deficit mnemonico, è stato un bel momento in un periodo che ne riserva pochi e inefficaci a sollevarmi l'umore.

Conoscendolo da cima a fondo, mi sono concentrata su aspetti che nelle sei/sette volte precedenti non avevo notato, forse perché si palesano unicamente a chi li vuole trovare a tutti i costi e per giungere allo scopo non si sottrae dal lavorare di fantasia. Detto tra noi, con un po' di sforzo si trova del materiale da usare anche nel cinepanettone.
Tuttavia desidero condividere con voi alcune considerazioni, che potrete massacrare a vostro piacimento senza creare in me il minimo malanimo né un peggioramento dello stato depressivo o della già infima autostima.

Matrix sembra un attacco di panico lungo 136 minuti, ossia la durata del film. Con questo non intendo dire che guardarlo stimoli un'ansia incontrollabile (ansia sì, ma controllabile), piuttosto che pare descrivere le sensazioni che si provano durante un attacco. E qui vi infilo un elenco numerato, che come sapete mi piace parecchio, per dimostravi la mia teoria, che pare strampalata, tirata per le orecchie, e quasi certamente lo è.
  1. Iniziamo con il notare che il protagonista, Neo, viene colto da almeno quattro attacchi con i fiocchi, di cui uno lo porta addirittura allo svenimento: quando è sul cornicione del grattacielo, quando si ritrova senza bocca, quando  iniziano il procedimento di scollegamento e la tachicardia gli parte a raffica, quando Morpheus gli mostra lo stato reale del nostro pianeta (il poveretto, Neo, è già in iperventilazione e lui rincara la dose con un "benvenuto nel mondo vero", bisogna essere parecchio insensibili ma la trama è questa). Non gli si può dare torto a Neo: in casi del genere una crisi di panico non la si nega a nessuno.
  2. Di questa frase che ne dite? "Hai mai fatto un sogno tanto realistico da sembrarti vero? E se da un sogno così non ti dovessi più svegliare? Come potresti distinguere il mondo dei sogni da quello della realtà?" ... eh, ricorda parecchio ciò che gli specialisti definiscono "sensazione di derealizzazione" e che io, da profana, mi limito a definire "un momento veramente bastardo".
  3. - "Credevo che non fosse reale" - "La tua mente lo rende reale".  Qui mi è scappata la formattazione del testo e non riesco a porvi rimedio, però credo che anche questa citazione ci risvegli qualche ricordo.
  4. Devo assolutamente trovare un po' di tempo per imparare a scrivere sul blog senza combinare disastri in grado di compromettere la lettura persino più di ciò che scrivo (questo è un promemoria personale, casomai poi lo infilo in un altro elenco numerato, se me ne ricordo).
  5. "Ma guarda che situazione! Perché proprio a me? Che cosa ho fatto? Non sono nessuno, non ho fatto niente, niente!" Non so voi, ma io mi sono ripetuta spesso questo brano, e molto prima che il film arrivasse nelle sale cinematografiche.
  6. "Cerco di aprirti la mente, Neo, ma posso solo indicarti la soglia, sei tu quello che la deve attraversare". Magari con altre parole, meno poetiche, ma un bravo psicoterapeuta dice la stessa cosa. Non importa se tu sei agorafobico e solo l'idea di guardare la soglia ti fa venire uno schioppo al cuore, te lo dice lo stesso.
  7. La faccenda della pillola rossa o azzurra: a un certo punto, il cattivo della vicenda, si chiede per quale masochistica ragione non abbia optato alla pillola azzurra e non sia tornato alla sua vita normale.
E qui abbandono l'elenco numerato perché mi scappa un pensiero che pare persino profondo.
Non provo nemmeno lontanamente a negare che gli attacchi di panico siano una tortura, li maledico ogni giorno e continuerò a farlo finché ci saranno, questo è un dato incontrovertibile. Tuttavia, questo disturbo mi ha portato a vedere molte cose con più chiarezza, a capire chi c'è e chi non c'è, a scorgere l'insensatezza di alcuni valori (tipo quelli materiali).
Ma se ora potessi scegliere tra la pillola azzurra e quella rossa... lo so che qualche giorno fa ho asserito che forse ripeterei l'esperienza, tuttavia l'attacco di questa mattina alle 6 mi ha portata a rivedere alcune posizioni.
Dicevo, se mi mettessero davanti le due pilloline (peraltro grosse come il filtro della sigaretta, non è facile buttarle giù con un sorsetto d'acqua), ripenserei alla giusta (a mio parere) considerazione del cattivo (che nel film muore, ma la cosa non ci deve condizionare):

"Se tu ci avessi detto la verità, ti avremmo invitato a infilartela nel culo quella pillola rossa!"

PS. Ovviamente le citazioni le ho copiate da vari siti (che ringrazio di cuore), perché ieri avrò anche appurato di ricordare a meraviglia ma stamattina la meraviglia è passata.


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