Non per lamentarmi, ma...
Uno dei buoni propositi per il nuovo anno di cui andavo più fiera era quello di
non angosciare più le persone a cui voglio bene con i miei guai personali.
Risultato: non chiamo nessuno né rispondo al telefono, non scrivo messaggi se
non con laconici saluti, ignoro il campanello (perchè anche al postino gli si
vuole un po' bene), per strada indosso una specie di passamontagna e occhiali
scuri (sono già caduta da un marciapiede, che sembra basso ma fa male lo
stesso).
Insomma, non mi
lagno ma sembro un tantino stronza.
Così, lontana da tentazioni, non sfogo quella punta di depressione che mi attanaglia e il tutto si ritorce sul corpo. Lui si fa sentire: sfila per il tragitto dall'alluce ai capelli con banda (rumorosa e aritmica), majorettes e sbandieratori.
Quindi, capita che mi chino, infilo una spalla sotto il divano per raccattare un gomitolo finito lì sotto chissà come. D'improvviso l'ernia del disco inizia a tamburellare sul nervo sciatico... io tengo il ritmo con improperi cacofonici. E' vero che in questi giorni mi sto occupando (per lavoro, non sono così masochista da farne un hobby) di "ernia discale cervicale e lombare"; infatti mi duole anche il collo... empatia unita a ipocondria, un classico nella mia playlist di brani psicosomatici.
Comunque, mentre sono in quella posizione scomoda e dolente, una gatta azzanna il gomitolo e scappa via. Resto immobile, il dolore si è convertito all'heavy metal, sogno di sdraiarmi (il pavimento andrebbe benissimo) e l'altra gatta mi salta sul collo e si distende tipo stola di pelliccia.
Alla fine striscio stile biscia e mi accascio sul divano. Ora sono riuscita a trasportare anche il computer, ma sospetto che questa sarà una storia lunga. Vorrei tanto che qualcuno mi portasse una spremuta, un panino e un po' d'etere da sniffare. Vorrei tanto avere due decadi in meno (anche tre, già che ci siamo). Tutto ciò è assai avvilente.
Comunque, mentre sono in quella posizione scomoda e dolente, una gatta azzanna il gomitolo e scappa via. Resto immobile, il dolore si è convertito all'heavy metal, sogno di sdraiarmi (il pavimento andrebbe benissimo) e l'altra gatta mi salta sul collo e si distende tipo stola di pelliccia.
Alla fine striscio stile biscia e mi accascio sul divano. Ora sono riuscita a trasportare anche il computer, ma sospetto che questa sarà una storia lunga. Vorrei tanto che qualcuno mi portasse una spremuta, un panino e un po' d'etere da sniffare. Vorrei tanto avere due decadi in meno (anche tre, già che ci siamo). Tutto ciò è assai avvilente.
Ma ne uscirò! Ora che ho ripreso a lamentarmi mi sento già meglio. Grazie per la pazienza, come sempre.
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