I consigli degli altri

Mi piacerebbe capire perché dobbiamo dare tanta importanza a quello che dicono gli altri.
Con rispetto parlando, una buona parte della gente dice idiozie da quando si sveglia fino all'ora di andare a dormire; e non mi stupirebbe sapere che continua anche in fase onirica.

Perché questa premessa che suona un po' aggressiva?
Tanto per iniziare, perché a tratti io sono un po' aggressiva (soprattutto quando piove, ho la nausea e mi duole la schiena); poi quando sento i consigli di alcuni in merito a vari ed eventuali disturbi, la mia natura amabilmente pacifica fa dietrofront e parte per la Legione Straniera con un fucile di precisione e la fredda determinazione di un cecchino.
Non so cosa farci, è più forte di me.

Vi faccio qualche esempio. Ad un'amica che soffre di anoressia, patologia (o disturbo, come vi pare) seria come poche, è stato detto "basta che ti sforzi di mangiare".
Puntatore laser posizionato dove per gli orientali si colloca il terzo occhio... che aprirlo fa bene, eh; si arriva alla visione profonda, ti ripulisce l'anima che la puoi portare seduta stante al Creatore senza vergogna.

Ad un ipocondriaco, un medico (un medico! non il callista, attenzione), ha consigliato di non ascoltare i dolori: "basta non pensarci". A lui non farei del male definitivo. No, sarei più incline a procurare una lenta agonia, dopo aver ripulito la sua casa da qualsiasi analgesico (anche l'Aspirina, per dire); non un male acuto, ma qualcosa di persistente e assai preoccupante, insomma doloretti a cui basta non pensare.

Nel periodo peggiore della mia agorafobia, ma anche adesso che sto meglio e arrivo al pianerottolo come se nulla fosse, la frase più gettonata è "basta che ci metti un po' di volontà, cosa ci vuole?".
Ci vuole che la volontà, se la metti a combattere con un titano come la mente che si comporta da terrorista fondamentalista, può giusto sperare di non uscirne troppo malconcia.

Per carità, sono d'accordo anche io sul fatto che una forte volontà può smuovere le montagne. E' anche vero che quando si sta poco bene, la volontà tende a prendersi una pausa, prenota un volo per Kyoto (quanto mi piacerebbe andarci) ed evita anche di telefonare per sapere come stai, con la scusa che le intercontinentali si mangiano tutto il credito dello smartphone (che comunque ha lasciato a casa, tanto per non correre rischi).

La volontà, quel pezzetto che è rimasto a sorvegliare l'abitazione per dissuadere i ladri dal portare via anche un po' di vita dignitosa, la usiamo, gli altri non si preoccupino.

Però, oggi che sono aggressiva perché piove, ho la nausea e la schiena mi duole, sto pensando a come vorrei rispondere a chi sento dire "basta che..."
Concedetemelo, tanto è solo un pensiero, sono quasi certa che non lo farò mai:
"Quando arriverà la fine, ricorda che basta respirare". 

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