Le serie TV antistress - Vorrei essere Jessica Fletcher

Com'è naturale che accada, nel corso degli anni ho sviluppato un certo talento per individuare piccole scappatoie dall'ansia, che comunque resiste con invidiabile ostinazione, non crediate.
Tuttavia, ci sono alcune cosucce a cui faccio ricorso quando, anche tra le rassicuranti (mica tanto) mura di casa, il cuore inizia a ballare il tip tap mentre la mente si canta un rap fortemente tensivo.

Nel mio caso, la lettura di un libro (a patto che non sia deprimente per trama o stile), è l'ansiolitico più potente. Di contro, la musica riesce raramente a sedarmi, e di questo mi dispiace non poco.
Ma quando, di sera, colgo che non esiste romanzo efficace, mi affido alle amorevoli cure di alcune serie TV che tengo su chiavetta usb con l'etichetta "stop panico".

Premetto che il telefilm che ho amato di più è X-files. Purtroppo, però, tutte quelle storie di alieni e complotti federali e interstellari, infilati in uno scenario invariabilmente buio e piovoso, non sono un buon veicolo per ottenere una parvenza di calma interiore. Me ne sono fatta una ragione e ora gli episodi si trovano su altre memorie di massa portatili.

Ecco quindi una classifica, in ordine sparso, delle mie serie antistress. Ne avrei molte altre, ma scelgo quelle che ultimamente "frequento" con maggiore intensità. Se avete suggerimenti in merito, li accetto con gran piacere.

1. La signora in giallo.
Desidero, con tutto il mio cuore e anche un pezzo di proencefalo, diventare Jessica Fletcher, vivere nel Maine, infornare ottime torte, scrivere romanzi gialli, avere un  vecchio amico medico, risolvere allegramente i più contorti casi d'omicidio con la serenità di un monaco tibetano; il tutto allegramente, salutando i compaesani mentre pedalo su una bicicletta senza emettere il rantolo enfisematoso che mi fa somigliare a Lord Fener.
Quindi, rivedo gli episodi con frequenza compulsiva e già mi sento meglio con la sigla iniziale (musica festosa e meravigliosa macchina da scrivere).


2. Boston Legal.
Due attori che ritengo strepitosi, William Shatner (il capitano Kirk di Star Trek, altra serie molto distraente dai dolori del mondo) e James Spader, danno vita a quello che secondo me è un capolavoro del piccolo schermo. Divertente ma, a tratti, capace di fare riflettere su temi importanti. Vorrei tanto un amico come Danny Crane, anche se affetto da mucca pazza. La sigla iniziale è la suoneria del mio telefonino (e di questo ringrazio mio cugino Alex).


3. Sherlock.
Da fan della penna di Sir Conan Doyle, non posso che amare questa serie. Qui c'è tutto ciò adoro e che mi fa stare bene: Londra, innanzitutto, la BBC, gli enigmi, attori non distraenti per la loro avvenenza (come in X-files) ma assai piacevoli, un pizzico di follia. Ammetto che qualche episodio sia un briciolo tensivo, ma ne vale la pena.


4. Detective Monk.
Qui si entra in un discorso delicato. Chi di voi conosce la serie, sa che tratta di un detective ossessivo-compulsivo, multifobico, tendenzialmente depresso. Ora, benché le sue manie rendano la vicenda divertente, alcune volte non mi diverto per niente. Lungi dal possedere la sua strabiliante intelligenza (purtroppo), tendo ad immedesimarmi nel personaggio. No, a dire il vero, mi vedo nelle sue difficoltà quotidiane, nei tic e nella costante paura di qualsiasi cosa. 
Diciamo che non giova all'ansia, però fa sentire meno soli e strani (lui è più eccentrico di me, e questo mi risulta rassicurante).


5. Big bang theory.
Lo so, fino ad ora ho citato telefilm gialli (ho già detto che mi piacerebbe scrivere un giallo? Non sono capace, ci ho provato con esiti disastrosi). E il giallo/Thriller un po' di tensione la mette sempre. E allora ecco una serie di tutto riposo, bella e intelligente, molto divertente. Big bang theory è quella che mi giova di più all'umore, ed è al quinto posto perché, come detto all'inizio, sto scrivendo in ordine sparso. Anche qui i personaggi sono sbarellati, ma in modo positivo, senza patemi. Sheldon e compagni mi rilassano veramente molto. 


6. L'ispettore Barnaby (quello con John Nettles, l'altro mi è simpatico come la gastrite).
Qui muoiono tutti. Oh, una strage, peraltro perpetrata in paesi piccini, con un numero di abitanti ridicolo; nemmeno i serial killer americani ne ammazzano così tanti... alla fine resta l'assassino e un gruppo di vecchietti che praticano birdwatching (in realtà spiano i vicini con il binocolo, ma va bene lo stesso). Tuttavia risulta tutto molto rilassante. Purtroppo, dopo alcune stagioni, l'attore principale - che ricordava molto un contadino del Canavese - ha lasciato il posto a una faccia da patata con naso che fatico ad apprezzare. Tra l'altro, il nuovo ispettore è stato l'assassino di uno dei primi episodi con John Nettles; queste cose non mi scappano... Oh, non ricordo mai dove ho posato gli occhiali, le chiavi, eccetera, ma dei telefilm mi sfugge niente: la mia mente è un portento per le cose inutili.



7. Le vecchie serie.
Qui ne abbiamo una valanga, da George & Mildred, a Cin Cin (ve lo ricordate? Quello ambientato in un bar... che meraviglia!), da Dharma & Greg ad Alice, Agente speciale, Colombo, Ellery Queen, Kung fu, Moonlighting... Ogni tanto capita che compaiano nella programmazione (notturna, ovvio) di qualche canale.

Lascio fuori il Dottor House: gli voglio un gran bene ma si sposa male con la mia ipocondria. Lo vedo e rivedo... con ansia.


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