Passi, cinesi e l'antifurto gipsy

foto mia
Oggi, il mio girovagare senza meta precisa e scarso senso dell'orientamento, mi ha tenuta fuori per un'oretta senza particolari preoccupazioni per lo stato delle mie valvole.
Avevo giusto finito di scrivere un articolo sui miracoli delle innovative procedure mininvasive per la cura delle patologie di aorta e mitrale, e avevo voglia di uscire, di scappare, di prendere un volo per Kyoto e guai a cercarmi. 
La divulgazione medico-scientifica mi fa quell'effetto. Ed è un effetto tanto potente da superare l'agorafobia. 

La medicina mi terrorizza più degli spazi aperti: è un fatto.

Comunque, rinunciando a malincuore al Giappone, sono andata dai cinesi (che sono solo a 534 passi da casa e l'effetto illusorio mi pare soddisfacente). Ho guardato piatti quadrati che mi piacciono ma non acquisterò mai e poi ho impegnato un po' di tempo ad annusare saponette dal profumo decisamente occidentale.

Lungi da me nutrire sentimenti malinconici verso l'infanzia (periodo memorabile giusto per una serie di nevrosi che da allora ho diligentemente custodito fino ad oggi), tuttavia ci sono personaggi che mi piace ricordare. 
Dato che la mia memoria fa acqua da tutte le parti, tento di darmi alle riparazioni idrauliche attraverso i profumi... e un tempo c'erano una mamma e una bimba cinesi a cui volevo un gran bene. Di loro mi sono rimaste due vecchie spade, delle bambollne fatte con fogliame vario, un flacone di essenza alla rosa, e l'odore delle loro saponette al sandalo. 
Sto inseguendo quelle saponette da anni. Niente! La carta era bellissima con un sigillo dorato... perse per sempre ("come lacrime nella pioggia").

Dopo aver ascoltato una ninnananna in ideogrammi che mi è risultata famigliare, offrendomi, al contempo, una botta di abbiocco da sdraiarsi tra gli scaffali del reparto ferramenta (ormai non posso più fare a meno del panorama di utensili), ho ripreso la mia camminata.
A quel punto ero veramente rilassata, con valvole funzionanti a meraviglia (i cinesi riescono sempre a placare ogni mia agitazione interiore, esteriore e intermedia), e pronta a macinare almeno altri 7-800 passi. 

Così mi sono inoltrata in zona gitana: file di camper, bici lasciate allegramente qua e là, passeggini incustoditi, un silenzio che in confronto la ninnananna cinese sembrava una flebo di caffè.
L'ho già detto: io sono curiosa come una scimmia, soprattutto quando si tratta delle "case" dei nomadi.
E curiosando, ho notato l'antifurto più assurdo, efficiente ed economico, che mi sia capitato di vedere.
E' vero che la mia vecchia auto era dotata di analogo sistema, seppur costituito da cinghie elastiche, per via di quel problemino che ad ogni curva si apriva una portiera: d'estate era piacevole, ma in fase di revisione mi bocciarono il progetto.
Non saprei spiegare il motivo, ma quella catena mi ha rimessa al mondo.
Mi sento benissimo. Nonostante le valvole.


PS Mi scuso con i proprietari del camper per l'invasione della loro privacy, ma non ho resistito e ho dovuto fare una foto... per futura memoria.

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