Ho bisogno di una vacanza
Stanotte mi sono sorpresa a tenere una lunga conversazione tra me e me. Me ne sono accorta perché, ad un certo punto, i toni si stavano facendo acuti; non sopporto chi alza la voce né lo sguardo infastidito delle gatte svegliate dal loro sonno di bellezza.
Tra l'altro le argomentazioni del soliloquio erano confuse e noiose, tant'è che non mi stavo ascoltando... annuivo per gentilezza, ecco.
Sono stanca! Ho bisogno di dormire! Ho bisogno di staccare da un lavoro che non amo e che non mi lascia respirare!
Notata l'esagerazione di punti esclamativi?
Ora, anche grazie a un severo ammonimento del cardiofrequenzimetro manuale (mi tasto il polso) e alla luce del fatto che sto correggendo una parola su due perché inverto le sillabe, quando non le salto a passo di rospo, ho deciso che ho bisogno di una vacanza.
Una lunga vacanza, possibilmente su un'isola delle Shetland raggiungibile solo in barca (o a nuoto se si ha il fiato, che latitata perché quando discuto con me stessa fumo tanto, e anche quando sto zitta); un luogo non raggiungibile dal segnale del gestore di telefonia, così come da parenti e conoscenti molesti.
Pensavo a qualcosa tipo questa della foto... che non ho fatto io (mai stata alle Shetland), ma arriva da un sito free photo, quindi siamo tranquilli con i diritti d'autore.
Uno di quei posticini dove gli stranieri vengono guardati con diffidenza e, ad essere fortunati, con una punta d'astio: ti scrutano da lontano e non gli passa per la mente di rivolgerti la parola.
Mentre ci sono, potrei trovare marito (che non mi parla e mi guarda con astio) e vivere felicemente mangiando licheni che, comunque, sono sempre meglio degli hamburger di soia.
Detto ciò, mi rimetto al lavoro.
E bofonchio.
Le gatte sono scappate in cortile.
Commenti
Posta un commento