Voi, io e la tecnologia



Vi è già capitato di sentire uscire dalla vostra bocca una convinta asserzione seguita da congiunzione coordinativa avversativa?
Ecco alcune frasi tipo:
Odio il cioccolato, ma mangerei una tonnellata di torta Sacher;
Non sono ipocondriaca, ma quella ghiandola gonfia mi fa ansia che non ci dormo;
Non sono razzista, però brucerei gli zingari;
Amo la gente, ma preferisco la solitudine;
Adoro gli animali, ma i gatti non li sopporto;
eccetera.

A parte che due di queste frasi mi scappano spesso; se pensate che una sia quella relativa alla ghiandola inquietante, vi sbagliate: inizio sempre le conversazioni sui miei mali con "sono ipocondriaca", ormai ho fatto outing da tempo.
Comunque, tralasciando l'amore per la torta Sacher e la gente, ciò che mi capita di ripetere con frequenza allarmante è "Detesto la tecnologia, ma lavoro con Internet e il resto del tempo lo trascorro perlopiù su computer o a fissare inebetita lo schermo del tablet".

Ciò non toglie che effettivamente io sia convinta di detestare le nuove tecnologie, e infatti continuo a non studiarle e apprezzarle come dovrei.
Non capisco, non ne ho voglia, mi applico in modo incostante (come in tutto, a dire il vero), non mi entusiasmano le novità del settore e nemmeno ne sono informata.
Appunto, ho scoperto che esiste una cosa che si chiama Analytics da pochi mesi, e solo perché un'amica me ne ha magnificato le potenzialità.
Devo dire che non sento l'entusiasmo schizzarmi fuori dalle tempie, così ci faccio un salto assai di rado, ma l'amica di cui cui sopra sta lì a fissare per ore dati, statistiche e altre cose che non ho ancora trovato (perché ci capisco poco anche di Analytics).

Tuttavia, bazzicando quel posticino pieno di dati, diagrammi, mappe del mondo e altre cosucce che osservo con l'occhio attento del tacchino che, secondo gli etologi, sarebbe l'animale più stupido del pianeta... conosco persone che in confronto il tacchino più ritardato è un genio, ma continuiamo a trattare gli studi etologici con il rispetto che meritano.

Ho quindi scoperto che la maggior parte di voi rientra nella fascia d'età compresa tra i 18 e i 34 anni (siete giovani come l'acqua, spero di cuore che capitiate qui perché non avete nulla da fare e non perché affetti da un qualsiasi disturbo di cui scrivo).
Siete più uomini che donne, il che mi persuade - seppur con rammarico - ad eliminare o rimandare l'interessantissimo articolo sulla connessione tra menopausa e ansia che volevo scrivere a breve.

Ma il dato che non mi attendevo e che, onestamente, mi lascia più perplessa, attiene alla "categoria d'interesse". Se ho ben capito, e non ci scommetterei nemmeno un centesimo, questa sezione mi rende edotta sul genere di siti che visitate con maggiore frequenza (oltre al mio, naturalmente).

Sport/sport individuali/corsa e camminata (avverto l'impulso di aggiungere tre punti esclamativi). A seguire Computer ed elettronica. Infine: Viaggi.
Ma cosa mi combinate? Capitate qui per sbaglio,vero? E perché poi tornate? Lo sapete che solo a sentire nominare la parola "sport", ma anche "camminata", mi sale una stanchezza al limite del tracollo; e allora, come mai arrivate da me? Non vi sto dicendo di andarvene, per carità; vi voglio bene lo stesso, ma fatico a capirvi... mah, sarà vero che gli opposti si attraggono, non trovo un'altra spiegazione.

Concludo salutando caramente i "passanti" del Belgio, che dal primo post di questo blog continuano a tenermi compagnia senza defezioni e che ora spio con piacere (a questo punto li immagino uomini ventenni che corrono mentre prenotano un viaggio dall'ultimo modello di Iphone). Così come l'abitante di Bergen (Norvegia, fiordi, una meraviglia: cercato su Google) che mi appare su Analytics accendendo la Scandinavia. 

Quando me la sentirò di viaggiare, e avrò risparmiato abbastanza per farlo (ho un apposito salvadanaio che risuona di monetine, prevedo tempi lunghi) andrò a Bruges e poi a Bergen... in tuta da jogging, ovvio.

Vi penso, ovunque voi siate. 
E vi vedo, sappiatelo.


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