L'outfit del depresso


Da decenni ho una convinzione: un giorno la depressione farà tendenza. E guardate che non tocca andare molto lontano; già ora, in alcuni ambienti, lo sguardo vacuo, il volto tra l'inespressivo e l'annoiato e la postura da armadillo, vanno alla grande.
Pensiamo agli pseudo-artisti che sentono l'obbligo morale di mostrarsi tormentati fin nel midollo da chissà quali strazianti esperienze e tediare il loro pubblico con piagnistei, più o meno farciti di veemente disgusto per tutto ciò che li circonda (salvo poi circondarsi costantemente da una pletora di "gente che conta", che di norma genererebbe disgusto anche all'essere meno incline alla nausea).

Ma io sto parlando dei depressi d.o.c., non dei "fintoni" convinti che essere sull'orlo del suicidio possa colmane l'assenza di talento. Parlo di alcuni di noi, che perlopiù si circondano di disordine casalingo e pensieri tetri, che trascorrerebbero volentieri la vita a letto, salvo poi faticare a dormire perché caos e paranoie agevolano l'insonnia. Parlo di quelli che per concedersi una doccia dovrebbero prima fare stretching perché i muscoli non ce la fanno, che l'esperienza straziante se la vivono dentro e non hanno nessuna voglia di intrattenerci sopra un salottino pieno di gente effettivamente deprimente.

Questi sono i depressi che faranno tendenza, fidatevi.
Basta fermarci ad analizzarne l'outfit (parola insulsa di cui, fino a due mesi fa, non conoscevo il significato... l'ho cercato su internet dopo che un'amica si lamentava sempre del suo e pensavo si trattasse di un sintomo foriero di brutte notizie).

Volete un esempio? 
Da un po', dato che i sintomi della depressione ci sono tutti ma io mi ostino a volerli ignorare, esco come mi trovo: il più delle volte, con l'outfit con cui sono andata a dormire; e vi assicuro che non vado a letto con pigiami di seta (vedi spot pubblicitario con protagonista Sarah Jessica Parker, di cui allego foto... tanto per capirci anche se non guardate la tv).  

Sabato scorso sono andata al mercato con un sacchetto di plastica pieno di monetine da 2 centesimi (per un valore complessivo di 15 euro, non si scherza) e indossando la camicia da notte - con ombrellini tartan, cuoricini e il Big Ben - regalatomi da un'amica di ritorno da Londra... mica una robetta cinese, 100% acrilica, che quando ti cade un'idea di brace della sigaretta vai in giro con dei buchi modello emmental (attenzione, non sono esteticamente sgradevoli, anzi; potremmo farci una collezione primavera-estate ispirata al puntinismo, basta che i fori siano nei punti giusti e sotto non si veda l'ustione).
D'altro canto, un signore adeguatamente agée, accanto a me al banco del formaggio, era in boxer; ho cercato di convincermi fossero pantaloncini, ma mi sono dovuta ricredere quando si è chinato per raccogliere uno spicciolo caduto, e ho visto cose che mai avrei voluto vedere.

Oggi, mi sono recata in banca con canottiera dai bordi giallastri (abuso di candeggina) e jeans che una volta erano della lunghezza regolamentare, su cui è finito il cerotto che per l'appunto copriva una bruciatura (ma me ne sono accorta dopo, tutto involontario: è così che se la tirano i creativi del "sono genio pure mentre dormo").
Ovviamente niente trucco, ma borchie portafortuna che mi porto addosso dal liceo... di fortuna, mi pare di capire, ne hanno portata poca, ma ci sono affezionata, mi danno un senso di protezione e sono favolose per ricambiare il favore, con gli interessi, a qualcuno che regolarmente finisce per spintonarmi durante la coda allo sportello.

Insomma, direi che ho un look grunge, forse pure un po' radical chic rivisitato e assai concettuale.
In realtà sono semplicemente depressa, mi provoca stanchezza anche vestirmi, ma se continuo così mi tocca fare tendenza. 
Se poi vi divento una influencer, non stupitevi. 


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