Mentre cercavo la pace interiore

Dalla finestra di Alice
Per trovare la pace interiore, contemplare il proprio sé profondo, baloccarsi con i demoni che infestano la mente, sfuggire da rabbia e altri inquinanti, esistono varie alternative: c'è chi va in India, in Buthan o in un monastero; chi si isola in eremo lontano dalla civiltà cibandosi di licheni o in una lussuosa spa a mangiare aragosta al vapore, e infine chi percorre la via dello shopping compulsivo.
Io ho spento il modem per una settimana.
Niente internet e niente telefono (lo smartphone era acceso, lo ammetto... perché ho degli amici che mi preme sentire tutti i giorni, ma in mia difesa posso giurare che nessuno di loro è minimamente inquinante).

Tutte le alternative di cui sopra sono allettanti, non ci piove; è che sono pigra, piena di grane finanziarie e un tantino agorafobica. Tuttavia, l'idea del lichene la tengo a mente magari per la prossima estate.
Ora, penserete che me ne sia stata in casa a meditare, che nulla abbia interferito con il lavoro di scavo e pulizia del pozzo nero subcosciente; oppure, chi mi conosce, sta visualizzando l'immagine di me spiattellata sul letto a leggere e sonnecchiare. 

No, nei giorni senza connessione a internet ho fatto un sacco di cose, di cui vi informo perché sto sul pezzo e mi piace farvici appollaiare insieme a me:

1. Ho scritto tanto, il più è fatto; purtroppo non riesco a ridurre il tutto in una sinossi sensata e ben strutturata, ma ogni talento ha le sue criticità (non è vero).

2. Mi sono incendiata i capelli per via di un accendino difettoso e un tabagismo fuori controllo (perché se mentre puzzi come un pollo allo spiedo ti preoccupi dello stato della sigaretta e te ne freghi della frangia andata in cenere, il problema è serio).

3. Mi sono recata di corsa (letteralmente, per quanto sia nelle mie capacità motorie) dall'unico parrucchiere aperto di lunedì nella settimana di ferragosto: un cinese che mi ha fatto un taglio da toy dog. Non mi sta male, mi piace.

4. Ho intrattenuto lunghe conversazioni con la mia vicina brindisina, da cui ho imparato molto sulle fuitine; argomento interessantissimo.  

5. Sull'onda delle nuove informazioni acquisite e della mia patologica mania per l'approfondimento, ho cercato di capire se anche in Piemonte esistesse l'usanza di scappare per poi avere il permesso di sposarsi. Ho scoperto che qui non si fuggiva con il favore delle tenebre, ma ci sono stati casi, seppur sporadici, in cui la questione di amori contrastati si è risolta con lo schioppo (più nelle campagne che in città, dove ci si limitava a covare un dignitoso rancore per l'eternità).

6. Ho mangiato chili di crostata all'albicocca donatami dalla suddetta vicina; perché mentre si ascolta una storia avvincente, fa piacere mangiare qualcosa di buono (soprattutto se la voce narrante non ti lascia fumare). Per l'ennesima volta ho benedetto la santa terra di Puglia.

7. Mi sono concessa lunghe (insomma, per me lo erano) passeggiate notturne. Strade deserte, ad eccezione di qualche gruppetto di stranieri e un ubriaco italiano che ho incontrato ogni notte e che, con mio grande dispiacere, si tormentava per una certa Laura... fedifraga e senza cuore, almeno da quel che ho capito.

8. Durante le mie uscite notturne, facevo una pausa su una panchina e annotavo qualcosa sul mio taccuino; perché il moto stimola le sinapsi.

9. In un'occasione sono stata leggermente importunata da uno straniero ubriaco che, presumo, avesse per le mani anche lui una Laura vagamente infedele, né più né meno. L'ho minacciato con una Blackwing arrivata da Londra passando per Roma. Se n'è andato a passo sostenuto, seppur barcollante, perché se ne uccide più la penna che la spada, figuriamoci una matita appena temperata.

10. Ho imparato a usare la macchina per cucire e ho scoperto che la vicina, oltre a fare crostate che battono alla grande qualsiasi farmaco contro l'anoressia, vanta un approccio ai fatti della vita assai confuciano: mi ha detto "se vuoi ti faccio l'orlo alla tenda, ma se t'insegno ad usare la macchina da cucire potrai farti tutti gli orli che vuoi".

11. Ho eseguito orli a iosa, anche dove non necessario; perlopiù sono storti (fanno schifo, dice la vicina), ma mi sento discretamente soddisfatta.

12. Ho sentito e visto amici che mi hanno portato perle di saggezza e risate, spesso in unica soluzione. Così ho trovato conferma alla mia teoria: la mia fortuna (perché non sembra, ma una ce l'ho anche io) sta nell'aver incontrato persone speciali che regalano momenti sereni anche quando mancano le basi.

13. Mi sono persuasa a fare un po' di pulizia, dentro e fuori, reale e virtuale. Ho sentito coloro con cui avevo conti in sospeso e ho capito chi voglio ancora qui con me e con chi proprio non ce la faccio a riprendere un dialogo costruttivo e sereno. Cancellato ogni residuo di acrimonia, ora saltello qua e là molto più leggera.

14. Di notte ho dormito poco, non solo per le passeggiate o per dipanare la matassa incasinata del nuovo romanzo che sto scrivendo (casomai ricordatemi di parlarvene, magari insieme diamo un'aggiustata alla struttura). Il fatto è che ho riscoperto la mia antica passione per le parole crociate ed esiste una cosa che si chiama "cruciermetico" che mi ha portata a ingollare litri di tè e a mettere in programma lo studio dei laghi africani.

15. Ho appeso delle campane a vento sul balcone e un mio dirimpettaio, che russa come un allevamento di maiali sotto Valium, mi ha esposto il suo disappunto. Ho ascoltato con benevolenza le sue istanze ma non le ho tolte, e non lo farò almeno fino a quando il tizio non si sottoporrà a un intervento di rinoplastica.

16. Mi è capitato di trascorrere qualche ora alla Play Station, con il timer da forno puntato sui 45 minuti, perché un po' d'autodisciplina non guasta anche quando si è in vacanza.

17. Ho intrattenuto una lunga e piacevole conversazione con due bellissime sorelle, streghe Wiccan (si sono definite così loro, raramente spargo aggettivi a casaccio). Mi hanno insegnato a purificare la casa e la mia persona da malefici, energie negative e altra roba brutta di cui ignoravo l'esistenza. Ma di questo vi racconterò in un altro momento, vi anticipo solo che benché io sia molto scettica, mi sono dotata di legnetti di Palo Santo e mezza nottata se n'è andata a eseguire rituali surreali ma, tutto sommato, rilassanti.

18. Ho perso una gatta ma poi l'ho ritrovata. Nel tempo intercorso tra i due eventi, ho messo ansia a un paio di amici... non di più, odio spargere ansia a pioggia.

La lontananza dai social, a cui oggi torno perché il mio lavoro è anche questo, mi ha fatto bene. L'astio virtuale è, come pensavo, contagioso nella vita reale. E io desideravo tornare ad essere la personcina che applica la pigrizia anche nel rancore.
Insomma, come vacanza a domicilio, direi che non mi posso lamentare... a costo zero, eh.

Bentornati, spero vi siate rilassati, divertiti, innamorati, eccetera.
Stasera ho un orlo da fare.


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