Adulare o essere se stessi?

Esistono uomini meno interessanti e più repellenti di quelli che passano l'esistenza a lisciare il pelo a qualcuno un cicinin più importante di loro? No, è un fatto.
Qui nei social se ne trovano all'ingrosso.
Gli haters, in confronto, sono simpatici; il loro stato nevrotico-dissociativo fa persino tenerezza; poi li si picchierebbe con una mazza ferrata, ma con cuore colmo d'indulgenza.

Coloro che per poter ottenere qualcosina, fosse anche un minimo di considerazione (o persino un like), adulano gente oggettivamente odiosa e supponente o che semplicemente non stimano: Dio ci scampi.
Poi, e qui si cade nel grottesco, in separata sede, ne delineano una genealogia un filo irrispettosa... piuttosto che frequentare un uomo così, preferirei chiudermi in un convento di clarisse (che non so chi sono, ma dopo m'informo).
Non so cosa sperino di ottenere, o cosa effettivamente ottengano, ma di certo sono piccinini e privi di ossatura (dei vermini, ecco).

Ho visto uomini che per avere una parvenza di visibilità tesserebbero le lodi di Hannibal Lecter, che giustamente li metterebbe a marinare nell'aceto per poi servirli ad altri entusiasti adulatori.

E, altro fenomeno incomprensibile, più vengono maltrattati e più agognano attenzione. Ma c'è da chiamare il pronto intervento psichiatrico; stanno mica bene. A volte temo che questo sia un fenomeno prettamente italiano, tuttavia è possibile che i lusingatori siano d'estrazione internazionale.

Sarò fatta male (o avrò un carattere di merda, come mi è già stato confermato da persone vicine e che stimo), ma non esiste categoria di persone che detesto più degli ipocriti.
Se qualcuno mi ispira antipatia, lo evito; se sono costretta a lavorarci insieme, mi limito a una distaccata quanto apatica collaborazione, a meno che arrivino a farmi saltare i nervi, e allora l'antipatia tracima, diventa letteraria, mi trasformo nella bimbetta dell'Esorcista; non importa il ruolo, il casato o gli alti meriti del soggetto in questione.

Quanto costa essere se stessi? Forse molto, ma è un prezzo decisamente più basso del vedersi servili e privi di dignità (ma forse loro non si guardano, gongolano e basta).
Nutro la convinzione (probabilmente errata, come la maggior parte delle mie convinzioni) che ad ogni emozione debba coincidere il corrispondente atteggiamento: mi sei simpatico, ti sorrido; non ti reggo, ti giro alla larga e, se è il caso, te lo dico; mi tratti male, ti tratto peggio. Altrimenti sale il panico; ci ho provato: arriva l'attacco di panico; si trattengono emozioni, il panico va pazzo per questo fenomeno.

Il buon Lucrezio diceva “Quando la necessità ci porta a usare parole sincere, cade la maschera e si vede l'uomo.”
E insomma, cerchiamo d'essere uomini. Che ci vuole? Poi, nel profondo, ci si sente bene come dopo aver vomitato cibo avariato. Giuro, è così.

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