Testamenti e l'arte di perdere tempo

Dato che vivo con invidiabile serenità la prospettiva del prossimo intervento a cui dovrò sottopormi, mi sto intrattenendo con la stesura del testamento. Voi chiederete: ma che caspita hai da lasciare? Nulla di valore effettivo, ma qui c'è un sacco di roba che "affettivamente" costituisce un patrimonio incalcolabile. E comunque è dall'età di 14 anni che mi diletto a diseredare parenti e amici appena mi fanno girare le balle; poi ritorno sui miei passi: è un lavoraccio.

Sempre sorretta dal pensiero positivo, ho deciso di fare le cose per bene; quindi sono andata su un sito di consulenza legale e ho scaricato un fac simile... perché ho iniziato a copiare a scuola e non sono ancora riuscita a smettere (così come per le sigarette).

Ora, mentre mi accingevo a iniziare il lavoro di trascrittura, con le dovute modifiche perché non ho figli né Rolex, mi sono distratta sul testo che allego.


Allora, ho perso un po' di tempo sulla prima frase che, a mio parere è prolissa e pare scritta da uno che nel frattempo strofina un cornetto, ma lo capisco. "Cessato di vivere" è una meraviglia letteraria, ma riassumendo "sei morto" (punto).
Proseguendo nella lettura... siamo tutti d'accordo sul fatto che Mario Rossi ha una cotterella per la domestica Giulia?
Perché il Rolex Daytona, supponendo che sia d'acciaio (ma sospetto si tratti d'oro, eh), arriva a un ventimila euro; mi sono informata, ho cercato su Google, ho scoperto che il Rolex non mi piace, e considerate che adoro gli orologi.
Comunque, la faccenda della domestica mi rende simpatico il Rossi, tant'è che spero goda ancora di buona salute.

La simpatia tracima in affetto quando leggo la sommetta destinata all'amico Bianchi che, immagino, si meriti la stima di tutti, perché amici così se ne devono trovare pochi.
Ma la nipote? Cosa gli ha fatto quella povera ragazza? Non voleva bene al nonno? Gli ha già dilapidato più di metà del patrimonio? Sempre grazie a Google, infatti, scopro che l'autore del dipinto in questione è un contemporaneo, le cui altalenanti quotazioni non sono così allettanti da meritare una capatina al banco dei pegni.
Mi viene da pensare che se la povera erede in questione fosse un maschio, portatore sano del nobile cognome della casata Rossi, il Rolex Daytona finirebbe a lei/lui. E allora mi cala la stima per il tizio in odore di cessazione di vita.
Insomma, qui mi sto giocando la pausa pranzo con congetture e trame. Mentalmente sto scrivendo un romanzo che, scusatemi lo spoiler, finisce con la morte del signor Rossi a mano della domestica, dell'amico o, più presumibilmente, della nipote... che non peccando d'avidità, ma omicida in un impeto di rabbia, mi piace di più, e quindi la farà franca e scapperà con quel brav'uomo del Bianchi.
Come perdo tempo io...

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