Ne usciremo migliori? Ciau bale!
Erano i primi giorni. Il vento dell'est, sotto forma di giramondo che avevano fatto almeno uno scalo in Cina, aveva portato dentro i nostri confini il virus che si aggirava come la molecola di sodio nell'acqua: "C'è qualcuno?"; a differenza dello sferoide con voce petulante dello spot, ha trovato un casino di gente.
Erano i primi giorni, dicevo, ed eravamo tutti annichiliti, scioccati, insomma ci si cagava addosso dalla paura. Allora ci si sentiva uniti, ci si voleva bene come manco a Natale. Che meraviglia!
Potendo, ci saremmo uniti in un unico, sincero e avvolgente, abbraccio planetario... ecco, magari ai milanesi, ai cinesi e ai coreani avremmo mandato una mail affettuosa in luogo del reale contatto umano, ma loro all'inizio facevano più paura degli altri.
Ma ci si voleva bene, alla partenza della Fase 1. Per una settimana, forse due, siamo usciti sui balconi a salutare sconosciuti o gente mai considerata, che anzi prima ci stava persino antipatica, forse eravamo tentati di rigargli l'auto, così, senza una ragione specifica. Ma no, gli si voleva bene, anche alla loro station wagon grigio metallizzato.
Abbiamo ascoltato musica insieme e accolto con benevolenza nei nostri cuori persino chi alle ore 18 sparava a tutto volume "lasciatemi cantare perché ne sono fiero, sono un italiano, un italiano vero".
E la natura che si riconquistava i suo spazi?
Oddio, non è che avesse molto spazio, ma qualcuno avvistava un'anatra addirittura viva e fuori dal piatto di un ristorante cinese, una famiglia di orsi marsicani... personalmente ho visto due topi e un reggimento di blatte, ma sono pessimista e nel mio cuore non alberga la poesia.
E i fiori? Oh, la bellezza di fare giardinaggio con le cipolle e le patate che in frigo iniziavano a germogliare (altro non si trovava, tocca dirlo).
I vecchi, ma quanto ci sentivamo di amarli? Per un momento ho temuto di vedere foto-profilo con la scritta "Io sono vecchio".
E il silenzio! Quanto ci piaceva il silenzio? A parte il "lasciatemi cantare" di cui sopra, che comunque risultava un piacevole intervallo nella beatitudine del silenzio.
Era tutto un "andrà tutto bene" e "ne usciremo migliori".
Dopo due settimane chiusi in casa con se stessi e i nostri cari (peraltro, a un certo punto, si faceva fatica a capire chi ci stesse più sul cazzo), s'iniziavano a sentire le prime liti. Ma era roba di pochi minuti. Con il passare dei giorni, le liti hanno iniziato il contagio che, a confronto, il Covid è un dilettante: dalle mura domestiche, le urla si sono spostate da balcone a balcone e poi da balcone a strada perché qualcuno portava il cane al cesso senza mascherina (padrone e cane). Sui social sono apparse le prime avvisaglie di un odio concimato dalla noia o dalle preoccupazioni lavorative o dall'ennesima ultima autocertificazione che ci ha lasciati tutti con le stampanti a secco.
Si è arrivati a ridosso delle Fase 2 con una carogna sulle spalle da fare paura a un esercito di mercenari. C'era gente che tirava in casa l'unica pianta di geranio urlandogli "ti piaceva stare fuori, eh, bastardo?".
Il tizio con Toto Cutugno nello stereo, probabilmente è stato abbattuto a picconate.
Ho visto una signora lanciare una pagnotta a un ragazzo, giuro; lo ha centrato nell'orecchio, per poco finivano in cronaca nera.
Ora siamo usciti da case, nel frattempo invase da tonnellate di lievito (ne ho fatto incetta anche io, lo ammetto; ho persino usato il compleanno di mio padre per farmene regalare: la follia), e ci siamo schierati, più o meno convinti, in una fazione pro o contro mascherine, pro o contro vaccino (che tanto non c'è, inutile cavillarci sopra), pro o contro vecchi, pro o contro Italia, pro o contro assembramenti, anatre in libertà, italiani veri, medici, Sgarbi, ordinanze comunali, giornalisti, orsi marsicani, fiori di cipolla... mi fermo qui ma ce n'è per tutti i gusti e inclinazioni.
Ne usciremo migliori?
In piemontese c'è un simpatico modo di dire: Ciau bale!
Il significato letterale è "Ciao palle", mentre il senso figurato è paragonabile al "Si, buonanotte!".
Ecco, ciau bale!
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