Qui c'è roba buona: Più dentro che fuori

Oggi vi parlerò di un libro, talmente bello che verrebbe da dedicargli un sonetto, di cui ho sentore di avervi già accennato di sfuggita.
Il fatto che ne sia io l'autrice non inficia minimamente il suo valore intrinseco, anzi lo rafforza perché la mia autostima è incagliata in abissi tanto profondi che non potete nemmeno immaginare.
"Più dentro che fuori", edito da Morellini (persona incredibilmente sagace e sempre sul pezzo anche l'editore), narra le vicende di una donna stanca d'essere imprigionata tra le mura di casa che, un mattino decide di partire per Dublino guidando una vecchia auto debole di motore.
Vi ricorda qualcosa? Ebbene, il romanzo è stato scritto, pubblicato e uscito in libreria in tempi non sospetti (oddio, quando è uscito il virus c'era già, ma si aggirava timidamente a tastare il terreno); ma chi scrive con profondità di spirito, coniugata con un'intelligenza che rasenta la genialità - autostima bassa a parte - finisce per sforare nella preveggenza, è un fenomeno già osservato in numerose opere della letteratura fantascientifica.
Qui la fantascienza c'entra nulla, ma abbiamo la sensibilità di una protagonista affetta da disturbi della sfera psichica che, come l'autrice (cioè io) vi può tranquillamente confermare, attivano distretti del cervello ancora sotto studio dalla comunità scientifica: se un pezzo è guasto se ne sveglia un altro, tanto per non incappare nell'encefalogramma piatto che a lungo andare produrrebbe effetti inquietanti.
Il romanzo è divertente, ma meno di quanto sembri. Infatti, la protagonista alterna momenti di allegra superficialità ad altri d'introspezione un tantino struggente; diciamo che un po' umorale, ma chi non lo è?
Bramate di averne un assaggio? QUI trovate l'incipit letto da Lucia Caponetto, che vi consiglio di seguire sulla pagina Facebook, su Instagram e sul suo canale YouTube Lucci_legge, dove ogni giorno ci tiene compagnia con la lettura di poesie, fiabe e romanzi.
Insomma, se non avete ancora acquistato Più dentro che fuori, cosa aspettate? Che ve lo racconti io? Cioè, se volete posso farlo, però magari in separata sede, così da non spoilerare o tediare o risultare oltremodo invadente. Casomai, sentiamoci al telefono o via Skype, Zoom e le altre diavolerie che ora sono diventate il nostro pane quotidiano.
Più dentro che fuori (che titolo lungimirante, eh?), si trova online su tutte le piattaforme che spacciano legalmente libri, compreso il sito dell'editore e nelle librerie, qualora vi sentiste di affrontarle (personalmente non ce la faccio ancora - colpa della sindrome della capanna di cui, sempre precorrendo i tempi, ho iniziato ad avvertire i sintomi con decenni d'anticipo rispetto alle vittime del lockdown - ma confido che voi possiate fare affidamento su un maggiore coraggio).
C'è anche il formato ebook che costa meno senza nulla togliere alla bellezza del testo e della copertina che, pur non essendo opera mia, è meravigliosa.
E comunque, se come me vi trovate in grosse grane economiche, potete intanto ascoltarvi la colonna sonora: gratis, su Spotify, basta cercare Più dentro che fuori, 45 brani (canzone più, canzone meno) scelte da me medesima che al momento non ricorda quanti sono, c'è un po' di tutto in linea con il deficit d'attenzione che mi tormenta in ogni campo dello scibile (arti comprese).
Se solo sapeste quanto mi diverto, seppur con una punta di pudicizia, a indossare gli abiti della presuntuosa; quasi comincio a capire chi lo fa di mestiere.

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