10 pensieri da TAC
Questo decalogo di pensieri positivi (beh, insomma, per quanto mi sforzi il mio talento raggiunge i massimi livelli nelle ideazioni catastrofiche) è stato stilato a vostro uso e consumo; nasce da recente esperienza in ambiente di Tomografia Assiale Computerizzata, tuttavia può tornare utile per indagini diagnostiche di vario tipo.
A mio immodesto parere, l'ideale è la Risonanza Magnetica: giusta durata che si avvicina al concetto, seppur astratto, di eternità; un frastuono che se non riesci a concentrarti su altro rischi di intonare "Deutschland über alles" con frequenze d'acciaio, rendendo vana l'operazione di privazione di orecchini, bracciali e ninnoli vari.
Ultima indicazione: sospetto che non funzioni in caso di colonscopia e gastroscopia, ossia laddove l'attività cerebrale è totalmente impegnata a elaborare il sadico sterminio dell'intero personale ospedaliero.
Ecco a voi i miei pensieri da TAC, in ordine di apparizione (con i sottotitoli originali del radiologo):
1. Progetti per il futuro se, casomai, le masse indagate non fossero di natura maligna (e viceversa): cambio città, forse anche identità, acquisto una parrucca con lunghi capelli corvini, rapino una banca, mi converto al cristianesimo e alla coltivazione di tulipani, forse mi trasferisco in Olanda, mi innamoro di un autoctono (così non capisco cosa dice), smetto di fumare (forse no, non lo so, deciderò quando arriverò ad Amsterdam).
2. Sono su una spiaggia deserta, temperatura 24 gradi, cielo che ondeggia tra il grigio piombo e l'azzurro inteso (lo so che è impossibile da avere, ma le fantasie hanno di bello che le crei come ti pare; le fantasie sono tanto anarchiche), mare agitato che spruzza salubri goccioline sul viso. Sto a meraviglia. Ci metto anche due delfini che giocano.
-Trattenga il respiro.
Proprio ora che inalavo iodio di cui ho un gran bisogno. Peccato.
3. Non sono Enzo Maiorca, che diamine! Che si siano dimenticati di avermi ordinato di trattenere il respiro?
- Faccia un lungo respiro e trattenga.
Butto fuori anche l'anima. Mi pare di ricordare che così si rischia un'embolia... o l'attacco di panico, che al momento mi pare l'alternativa peggiore.
4. L'ultima volta che ho riso di gusto (chiacchierando con Silvia), l'ultima persona che ho salutato ieri (Mario, il single novantunenne che da giugno ha preso residenza sul balcone davanti alla mia finestra), l'ultimo oggetto che ho tenuto per ricordo (una mascherina, "regalatami" da qualcuno di cui ho scritto in un romanzo anni prima di conoscerlo, e io non credo nelle coincidenze), l'ultima seduta dalla psicanalista (ho riso anche lì), l'ultima sorpresa ricevuta (libri), l'ultima volta che mi sono innamorata... Ok, sposta il pensiero; eddaiiii, masochista del cazzo!
Ecco che si affaccia l'agorafobia, voglio tornare a casa; mi salva la voce:
- Non sta respirando, vero? - dice il radiologo (o taccologo? Mai sentito "taccologo". Sarà radiologo anche il professionista specializzato in TAC? Taccologo suona strano, sa di calzolaio).
- Stavo pensando... -
M'interrompe.
- Non pensi, segua le mie istruzioni.
Tono petulante, e pensare che quando sono arrivata è stato così premuroso, dolce, un uomo da sposare e a cui dedicarsi con devozione. Sospetto che lo chiamerò "taccologo", se l'è cercata.
5. Elencazione di tutte le professioni in ordine alfabetico, dalla A alla Z, evitando "taccologo" per la T;
nota a margine: per la zeta, zuzzurellone non vale, anche se è un lavoro che svolgerei con piacere.
6. Comunque le formazioni neoplastiche possono anche essere benigne. Sbatto i piedini in un canale di Amsterdam.
7. - Ora sentirà un intenso calore e un lieve senso di soffocamento, non si spaventi.
Chi si spaventa? Ho un sacco di cose a cui pensare, la paura è lontana dalla sfera concreta, io ho terrori speculativi.
- Lo so! - urlo.
Poi mi spavento quando arriva il "lieve" senso di soffocamento.
Così penso a una baita in montagna, con finestre aperte nonostante l'aria gelida, ma c'è il camino acceso, un tappeto folto e non un'anima nei paraggi (se si esclude una volpe).
Attenzione: così si rischia di trascorrere gli ultimi minuti di TAC ad analizzare le motivazioni intrinseche dell'isolamento totale come tecnica di rilassamento.
- Sono asociale - riferisco al taccologo.
- Trattenga il respiro - risponde senza un minimo d'empatia.
8. Con tutte le fobie di cui soffro, almeno non sono claustrofobica. Che fortuna! Possono farmi risonanze e tomografie fino alla fine dei miei giorni. Questo tubo ha qualcosa di rassicurante, avvolgente, direi che è decisamente preferibile al taccologo e forse anche al futuro amore olandese (che sto già pensando di lasciare perché mi mette ansia).
9. Ora penso alle mie fobie e immagino clown, tarantole, piazza Vittorio di sabato sera, l'ospedale in cui mi trovo, camici bianchi o verdi a profusione.
10. - Perché le volte scorse è stata bravissima e oggi non arriviamo più alla fine?
Perché se in un anno t'infilano in un tubo più di un paio di volte sale un briciolo d'inquietudine; perché ho una vestaglietta arrotolata sul mento; perché in questo momento non posso permettermi d'essere malata: ho qualcuno a cui badare, ho bisogno di più tempo, ho un romanzo da finire e ne ho iniziati tre che sono fermi come i lavori per la metropolitana (la quale mi tornerebbe utile per spostarmi e tornare qui all'infinito a baloccarmi dentro il tubo).
Sempre tre. Invariabilmente inizio tre cose contemporaneamente, del tutto diverse tra loro per trama, stile e genere, e scelgo sempre quella più strampalata. Perché ho avuto tre famiglie completamente diverse tra loro e ho scelto quella più strampalata (Lidia e Dino, sì, siete voi; ma lo sapevate già, no?). Annotare mentalmente di riferire questa rivelazione alla psicoterapeuta, che probabilmente l'ha già intuita e annotata nella cartellina anni fa.
Poi finisce tutto, ci si è tenute compagnia da sole con tutta la gamma di emozioni che possono stare in un tubo e anche oltre, fino al mare, alla montagna, all'Olanda.
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