La solitudine del fumatore


 Si puzza: è un fatto inconfutabile. Anche dopo la doccia, l'odore non se ne va... perché è gradevolissimo fumare in accappatoio (o nudi, dipende dalle abitudini individuali post abluzioni).

Puzza anche la casa: tende, tessuti di ogni genere e foggia, pareti, vetri, libri; i libri sono il mio cruccio, a causa di quella patina giallognola che a lungo andare supera la barriera della copertina per invadere le pagine.

Tuttavia, c'è un dato a mio parere significativo: questa è casa mia! Rispetto la salute degli altri, ho velleità salutistiche persino io (tipo una dieta prevalentemente a base di verdure, carboidrati e latticini disapprovata anche dalla comunità scientifica), cerco di non fumare in presenza di chi non ha questo vizio, ma essendo appunto un vizio, non posso resistere troppo a lungo senza sbroccare. Posso spostarmi in un'altra stanza, accontentarmi dell'angolo della vasca da bagno, non c'è bisogno di buttarmi fuori.

E' casa mia! Non obbligo nessuno a frequentarla, anzi tendo a starmene in solitudine.

Allora perché, quando arriva qualcuno, mi ritrovo sempre più spesso a fumare sul balcone? Chiusa fuori, attenzione, in quanto anche il minimo spiraglio potrebbe lasciare entrare uno smilzo pennacchio di sostanze cancerogene in concentrazione tanto elevata da provocare immediati sintomi in chi sta chiuso dentro (a respirare il fumo pregresso, siatene consapevoli). Che sul balcone ci sia un sole da ammazzare i passeri o un uragano d'intensità eccezionale, si fuma fuori esposti agli elementi. Tuttavia, non è raro che chi mi ha ingabbiata esca per fare due chiacchiere e si posizioni a favore del vento (io la gente non la capisco, faccio proprio una gran fatica).

Un capodanno trascorso in coppia con un non fumatore che, a suo dire, ogni volta che veniva qui poi perdeva l'uso dell'olfatto per almeno due giorni (e io ero sulla mia panchettina bassa e scomoda posizionata sul balcone), è stato emblematico: lui è arrivato alle 18 e la prima sigaretta me la sono potuta godere all'una di notte... godere, è una parola grossa: vestita come un portatore sherpa sull'Everest, con la mano sinistra a rischio amputazione per congelamento (fumatrice mancina), un vento che si è mangiato metà sigaretta e l'altra metà aspirata un'unica soluzione per via della crisi d'astinenza; lui dentro che mi fissava con disapprovazione e la classica tristezza dell'uomo che sa di frequentare la donna sbagliata. Un'esperienza per nulla romantica, soprattutto se consideriamo che il bacio di mezzanotte è stato commentato con "sembra di leccare un posacenere"; una frase che smorza l'impeto del momento, soprattutto se la sua bocca ha il gusto di vino che non mi è mai piaciuto. Ho taciuto perché so che, tra le cattive azioni, il tabagismo batte la passione per l'alcol (socialmente più accettabile).

Non parliamo degli ex fumatori, che compongono il movimento più rompiballe rintracciabile tra gli amici: sembra di avere dei predicatori folli in casa che, in luogo del "Verbo" del Signore, ti snocciolano quello dell'oncologo. Capita anche qualche donna che, con occhio vagamente furente, ti chiede perché hai la pelle ancora adeguatamente tonica, con poche rughe, quando la cicca, si sa, dovrebbe rinsecchirti come una prugna lassativa.

E tralasciamo cosa accade in casa d'altri, dove dopo cena ti ritrovi con il piattino sbeccato di una tazza da caffè, su un balcone sprovvisto di seggiola, sgabello, mattone da posizionare sotto il sedere; ti rannicchi con la schiena contro la ringhiera e ti alzi con la sciatica (perché, mentre ci sei, di sigarette ne fumi tre, nel vano tentativo d'essere a posto per il resto della serata).

Ma la vetta dell'aberrazione si tocca all'esterno, fuori, all'aria aperta: guai se ci sono bambini a meno di 600 metri di distanza o comunque all'interno del campo visivo (poi gli viene la curiosità di provare, come le scimmie); scorgi un interesse morboso su dove butterai il mozzicone (che nel mio caso finisce nel pacchetto, ho già incendiato due borse) e la delusione per non poter intervenire con un pippone sulla pulizia, l'etica ecologista, i cani che rischiano di mangiare una roba potenzialmente letale. Chiariamo un concetto: non butto i mozziconi a terra, dove tuttavia troviamo cocci di bottiglia, preservativi, qualche siringa (sempre più rara, e ne sono felice), bocconi di carne farciti con chiodi (confezionati appositamente, da qualche bastardo, per uccidere il quattrozampe di passaggio); ma soprattutto... se gli stessi sceriffi dell'ordine e della pulizia fossero testimoni di un'aggressione, molto probabilmente se ne guarderebbero bene dall'aprire bocca.

Mi è accaduto che ferma a un semaforo, in attesa di attraversare, con un ingorgo odoroso di copertone bruciato misto ad altre schifezze, una madama si sia voltata per dirmi che le arrivava il mio fumo addosso. Mi ha anche invitata a spostarmi. Le ho chiesto se stava scherzando, visto che stavamo respirando tutto lo smog del pianeta condensato in due metri quadrati di suolo calpestabile. "Appunto!", ha ribadito lei. Appunto cosa?

Ammettiamolo, noi fumatori siamo i viziosi più detestati. Nell'immaginario collettivo l'alcolista o il tossico possono ancora godere di un minimo di pietà, ma il fumatore no; non abbiamo attenuanti, siamo cattivi, dannosi, parecchio puzzolenti.

Però, come in tutte le cose, ci sono alcuni risvolti positivi:

- se ti avvicina qualcuno con cui non hai voglia di interagire gli spari (ad altezza occhi, mi raccomando) uno sbuffo di esalazione mortifera;

- la gente non ti chiede più in prestito i libri, che tanto poi non restituiscono dando luogo a malumori e risentimenti che, a lungo andare, sfociano in conflitti;

- comprendi rapidamente se una relazione può durare o meno e quando inizia il calo d'interesse (all'inizio il partner non si lamenta, ti concede persino di fumare in casa; poi, improvvisamente, inizia ad accatastare legna per darti fuoco, ti accusa di stregoneria ma leggi l'intento tendenzioso, e lì capisci che come coppia siete al capolinea).

- dai balconi capita di vedere le stelle, una luna incantevole o l'interno bizzarro di un appartamento o l'imbranato che ti sta rompendo il fanalino dell'auto mentre tenta un maldestro parcheggio... o, infine, la luce rossa di un'altra brace, e sai che non sei sola.


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