Piccola storia con brutte foto

E' stata una concomitanza di eventi, sommata all'improvvisa consapevolezza di avere accantonato le mie esigenze per il bene comune e la sensazione urticante che il comune non si meriti il mio bene.

Ieri, nel giorno in cui di solito festeggio l'inizio di un nuovo anno, qualcosa mi ha turbata; quando sono turbata ho bisogno di riflettere; per riflettere come si deve ho necessità di camminare e i 50 mq di casa non mi bastano; fuori riesco a percorrere tragitti dignitosi e senza panico solo di notte.
E c'era la nebbia e un silenzio meraviglioso e una luna piena che dalla finestra mi diceva "Come on" (perché la luna parla inglese, quando è costretta a dire qualcosa).



Indossati gli abiti notturni, né carne né pesce, già testati con risultati soddisfacenti, cioè si fa fatica a capire se sotto quella roba ci sia una donna o un uomo segaligno (e la mascherina è, ahimè, un accessorio fondamentale), sono uscita con il mio zaino extralarge con dentro tutto ciò che può tornare utile in caso di necessità.


Il totale deserto, non un'anima in giro, persino i camper dei rom mancavano della vecchietta all'oblò, quella che fa da antifurto notturno; e un po' mi è dispiaciuto. Ma dopo giorni di gabbia, ho sentito il sangue circolare, le gambe riprendere energia, la mente capace di decidere senza le transenne fisse a sbarrare il flusso di pensieri scevri d'ansia.


Via Artom... per chi non è di Torino, posso tentare una sommaria descrizione: strada di quartiere periferico, discretamente lunga, costeggiata da palazzoni popolari, diventata nota, oltre che per essere un "mostro di cemento", perché qualche decennio fa evocava criminalità, droga e altre cosucce che non giovavano al turismo.
Dicevo, Via Artom, che di solito il sabato notte è territorio di bolidi (alcuni sono delle vecchie Ritmo con il motore dopato), non ha visto il passaggio di una seppur sperduta auto.

Giunta al parco (perché ora, davanti agli scatoloni abitativi, c'è un'area verde abbastanza grande da farci tutti contenti), mi sono scelta la panchina con il panorama migliore: la luna tra le fronde di un albero; mi sono sdraiata e ho goduto di qualche ora di totale relax. Ammetto d'essermi addormentata giusto un pochino, e se non fosse stato per freddo, sarei riuscita finalmente a farmi qualche ora di sonno senza interruzioni.


Ne avevo tanto, ma tanto, bisogno. Ho pensato a cose belle, ho buttato nell'indifferenziata, così non c'è il rischio di riciclaggio, i blocchi, ho avuto nuove idee che oggi inizio a utilizzare per continuare un lavoro che mi sta a cuore e che si era fermato per via di un esubero di incertezze.

Ho fatto una cosa che non dovevo fare? I Decreti li so a memoria, ho rispettato tutte le regole... lasciatemi sforare una volta. Ho un animo anarchico io, a cui non ho dato ascolto per tanti mesi e per proteggere più gli altri che me; e non mi ha giovato alla salute fisica e mentale, La scorsa notte ho pensato solo a me. E non me ne pento.

Buona domenica.



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