Anno nuovo, vecchie ansie e qualche risposta

 


Anno nuovo, vecchie ansie e qualche risposta

Tutto bene? Giunti indenni nel nuovo anno?

Bene! (Male, se avete risposto no).

Questo pezzo di strada che sto per condividere - o forse no, deciderò alla fine – mi risulta un po’ difficile da scrivere, perché ci sono argomenti che, come già detto in precedenza, ritengo estremamente privati. Argomenti che riguardano la sfera sentimentale, di cui sono un filo gelosa, possessiva, omertosa, e che, fondamentalmente, fanno parte anche della vita di altre persone e quindi vanno trattate con rispetto (o, meglio, non trattate affatto).

Tuttavia, è accaduto qualcosa che mi ha condotta su un percorso di riflessione profonda e di una nuova autoconsapevolezza. Quindi la reputo importante, perché magari vi può tornare utile per districarvi nel groviglio di ansie che, a volte, appaiono di difficile lettura.

Vediamo se e come me la cavo.

Partiamo con un dato di fatto: esprimere emozioni e sentimenti mi è sempre risultato difficile; sono uscita così dalla fabbrica: difetto di produzione, nessuna possibilità di recesso o sostituzione, tocca tenersi l’articolo fallato.

E’ ovvio che non serva spendere tempo e denaro in psicoterapia per capire che questo tipo di blocco agevola l’esplosione (è il principio della pentola a pressione con la valvola difettosa: il minestrone finisce sul soffitto, con schegge metalliche pericolosamente sparate in ogni dove. Roba pericolosissima, infatti non uso le pentole a pressione perché sono oggettini che, per quanto assicurino essere innocui, mi fanno una gran paura). Ancor meno necessita l’intervento di uno specialista per prevedere che lo scoppio delle emozioni trattenute assumerà i connotati dell’attacco di panico; ormai lo sappiamo, roba vecchia, inutile e tedioso tornarci sopra.

E arrivo al punto. Circa due anni fa mi si è conclusa una storia sentimentale che durava da un decennio. Nessun dramma, esigue recriminazioni, in quel momento avevo altre grane con cui baloccare la mente. Diciamo che l’amore si è semplicemente… spento?

Se vogliamo, possiamo dirlo ma io non ci credo, non ci ho mai creduto. Personalmente nutro la convinzione che ci avesse visto giusto Antoine-Laurent (che non era certo un cretino) quando formulò la Legge della conservazione della massa per cui, riassumendo, tutto si trasforma. A mio parere, assai opinabile, l’amore non può diventare indifferenza, altrimenti – per dirla alla Troisi – era un calesse e abbiamo vissuto un terribile equivoco o ci è piaciuto elevare a nobile sentimento una passione passeggera o un alibi mentale per non stare soli… che ne so e, badate, va tutto bene, non sono qui per giudicare. Per alcuni (o in alcuni casi) l’amore si trasforma in odio e risentimento (e qui tocca lavorarci perché si nascondono altre beghe che non affronteremo qui e ora), per altri diventa un affetto molto intenso, un'amicizia profonda.

Sono persuasa che in pochi saranno d’accordo con me. E lo so perché quando ho spiegato agli amici che avrei brindato al nuovo anno in collegamento Skype con il mio ex, il commento più delicato è stato “sei masochista”.

E’ giusto specificare che sto parlando di un uomo che in passato ho amato (stavo aggiungendo “tanto”, poi mi sono ricordata che l’amore è un valore assoluto, non esiste il tanto o il poco) e con il quale, dopo un adeguato periodo di elaborazione del “lutto” (perché di questo si tratta), ho iniziato una frequentazione telefonica che è partita con gli auguri e l’invio di qualche dono per compleanni e feste comandate, per poi evolvere in lunghe e abituali conversazioni.

Tuttavia da due anni non ci si vedeva e non è stato possibile farlo fisicamente nemmeno per capodanno perché viviamo in città abbastanza vicine geograficamente ma irraggiungibili per decreto ministeriale.

Alle 23 punto 30 stavamo ridendo, in assenza di video… voci che si accavallavano per commentare una storia abbastanza assurda che mi raccontava. Così, mentre mi sentivo rilassata e satolla per via di una cena cinese, la cui digestione pare problematica a tutt’oggi, ho cliccato sull’icona della telecamera e la voce è passata in secondo piano.

Davanti a me c’era un viso imbarazzato, con occhi che fissavano un punto lontano dallo schermo, dalle risate si è passati al silenzio. Mi sono resa conto che non riuscivo a parlare per paura che la voce si spezzasse: vederlo mi ha, insospettabilmente, fatto salire una discreta commozione.

Tutti e due invecchiati, perché entrambi ricordavamo l’immagine di quando ci siamo conosciuti… e in una dozzina d’anni si può cambiare parecchio, soprattutto quando si sono superati i 50 (nel mio caso) e i 60 (nel suo) da un pezzo. Il sentimento che ho provato è stato di estrema tenerezza, potendo lo avrei abbracciato, ma in video diventa tutto molto complicato (come purtroppo ormai tutti abbiamo avuto modo di appurare a causa della pandemia.

Ho sorriso ma avevo il cosiddetto groppo in gola. Ho sentito chiaramente che non c’era e non c’è più amore (nel senso di “dedizione appassionata ed esclusiva, istintiva ed intuitiva fra persone, volta ad assicurare reciproca felicità, o la soddisfazione sul piano sessuale”, come da vocabolario), ma comunque mi sono trovata in presenza di sensazioni forti, di un affetto e di un senso di protezione molto potenti; ho anche ricordato che spesso si comportava da stronzo degno del primo premio in un concorso, ma anche questo suo aspetto mi è parso persino grazioso perché appartenente alla sua personalità.

Comunque, mi è salita un’ansia che stava evolvendo in panico: non ho osato esprimere quanto sto scrivendo ora… e che ora scrivo perché so che lui non leggerà. Inoltre, e qui abbiamo un nodo importante, l’ansia si è cibata della consapevolezza riguardante la difficoltà a instaurare rapporti profondi. Ho capito che i rapporti affettivi, e in misura nettamente maggiore quelli amorosi, mi spaventano molto: le aspettative, il bisogno di presentarsi bene, “in ordine”, di non deludere e di non deludermi, sono dissuasori potenti.

Ho l’ansia da prestazione, che vi devo dire… è così.

Da tempo mi chiedevo perché non avvertissi l’interesse a iniziare un’altra storia, perché la condizione di single mi apparisse ideale. Con l’inizio di quest’anno è arrivata la risposta. Ho scoperto che non si tratta di scelte, ma di paura (sempre lei, che palle!). Non mi fa piacere, tuttavia preferisco sempre e comunque sapere. Tocca lavorarci. Forse.

BUON 2021! E che il 2021 sia buono con noi.

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