Amore?


Da qualche mattina, si ripete la stessa scena: arriva un piccione sul davanzale, attende la gatta, quindi inizia a tubare e a girare in tondo come un derviscio.

Va avanti per un bel po' e lei, che è afona dalla nascita, apre e chiude la bocca come se avesse un mucchio di cose da raccontare; non pare pronta all'attacco, lo segue con interesse avanti e indietro dall'altra parte del vetro.

Che dite, provo ad aprire la finestra o continuo a baloccarmi nell'illusione (forse) che sia amore?

Perché, in fondo, l'amore è un esperimento, è il paradosso del gatto di Schrödinger (e qui il gatto c'è, anche se sappiamo per certo che è vivo): fino a quando non apriamo quella finestra, non possiamo appurare se la gatta sia innamorata o se ucciderà il piccione.

Inoltre, esistono altre possibilità: per prendere l'amato (o la preda) lei potrebbe cadere giù; lui (ammesso che sia maschio) forse sta solo esprimendo aggressività e coraggioso disappunto davanti a un predatore.

Per sapere, tocca provare, ma è rischioso.

L'amore lo vedo così. Qualche volta sono caduta di sotto e mi sono fatta un gran male, altre volte ho previsto che la storia avrebbe portato infelicità, recriminazioni a non finire e una fioritura di dolori variamente intensi, oltre a un'ansia refrattaria a qualsiasi farmaco in commercio... ma la finestra ho sempre (oddio, tranne una o due eccezioni; ma si trattava di casi limite) finito per aprirla.

Fa paura. Forse è la madre di tutte le paure.

Apro?


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